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La plenaria vota l’Unione dell’energia

Il 15 dicembre il Parlamento ha approvato una risoluzione non legislativa secondo la quale un mercato dell'elettricità UE pienamente integrato potrebbe far risparmiare agli utenti, entro il 2030, fino a 40 miliardi di euro l'anno, con un investimento da parte degli Stati Membri di 150 miliardi di euro

Secondo la Risoluzione votata, l’obiettivo del 10% di interconnessione elettrica entro il 2020 dovrebbe creare una rete strategicamente “più resiliente e solida” ed è un obiettivo “significativo” ma “non rispecchia sempre la situazione del mercato”, in quanto dodici Stati Membri non hanno raggiunto questo obiettivo, tra cui l’Italia.

Per quanto riguarda il tema della Cooperazione regionale:

  • Stati baltici: i deputati sono preoccupati che “le reti sono ancora sincronizzate con il sistema elettrico russo e dipendono da esso”. Ciò costituisce un “ostacolo a un mercato europeo dell’elettricità che sia veramente integrato e che funzioni correttamente” e richiede “una tempestiva sincronizzazione delle reti elettriche con la rete europea continentale”.
  • Regione del Mar del Nord: per i deputati “il coordinamento della progettazione e della realizzazione di un’infrastruttura di rete offshore regionale, l’accesso al mercato e la condivisione delle riserve in questa regione potrebbero consentire un risparmio sui costi annuali compreso tra 5 e 13 miliardi di euro entro il 2030, grazie a una maggiore integrazione del mercato regionale”, evidenziando che la regione ha il potenziale per fornire oltre l’8% dell’approvvigionamento elettrico europeo entro il 2030.
  • Europa centro-occidentale: i deputati ritengono che “il mercato dell’elettricità condiviso tra l’Austria e la Germania” sia “un modello di successo” e chiedono “che sia ampliata la zona di offerta”.
  • Europa centrale e sud-orientale: in questa regione “la cooperazione e il coordinamento nell’ambito della progettazione e della realizzazione a lungo termine di un’infrastruttura di rete regionale devono spingersi oltre l’UE e includere i paesi dei Balcani occidentali esterni all’UE e la Turchia”.
  • Penisola iberica e Mediterraneo: secondo i deputati “la capacità d’interconnessione esistente tra la Penisola iberica e l’Europa continentale è eccessivamente ridotta e i progetti inclusi nell’attuale elenco dei PIC (progetti d’interesse comune) non sono sufficienti a conseguire l’obiettivo di interconnessione entro il 2020”. Chiedono alla Commissione UE “di condurre uno studio sui vantaggi derivanti dall’interconnessione (…) con la Francia, il Regno Unito, l’Italia e i Paesi della sponda sud del Mediterraneo”.

Per quanto riguarda gli Obiettivi complementari:

I deputati chiedono che, al massimo entro il 2030, dovrebbero essere raggiunti dalle regioni “obiettivi di interconnessione complementari ambiziosi”, basati su diversi parametri, poiché “il libero accesso e la disponibilità degli interconnettori” sono “essenziali” per superare le barriere che ostacolano il funzionamento del mercato europeo dell’elettricità.