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Economia circolare: le osservazioni di ANIE alla proposta di Decreto unico RAEE e Pile del Ministero dell’Ambiente

Il 16-Gennaio-2020

Prosegue il ciclo di incontri del Ministero dell’Ambiente sulle proposte legislative per il recepimento del pacchetto europeo sull’economia circolare.

Il 16 gennaio 2020, nella sala Auditorium del Ministero dell’Ambiente, si è svolto il confronto sulla proposta di Decreto unico che accorpa il sistema di gestione dei RAEE e dei rifiuti di pile e accumulatori. Il Dott. Sergio Cristofanelli e l’Ing. Franco Bisconti hanno dato il via ai lavori, ricordando che la delega formale ricevuta per revisionare entrambi i sistemi di gestione di tali rifiuti origina dalla necessità di un maggiore impegno per il raggiungimento dei target di raccolta, in applicazione del principio di responsabilità estesa del produttore. ANIE, intervenuta all’incontro in rappresentanza dei produttori di AEE e di pile e accumulatori, ha manifestato la delusione dell’industria per un decreto che introduce esclusivamente maggiori oneri finanziari e gestionali per le imprese produttrici di AEE, senza di fatto intervenire sulle diverse e numerose criticità che condizionano l’efficacia dei due sistemi di gestione, problematiche ben note sia al Ministero sia a tutti gli attori che operano nei sistemi. Nel contempo, apprezzando la possibilità di poter illustrare le prime valutazioni sulla bozza di nuovo decreto, ANIE ha puntato l’attenzione sui punti più critici, tra cui l’onere del raggiungimento del target di raccolta e l’inserimento o la modifica di alcune definizioni nell’impianto legislativo, che rischiano di creare distorsioni e incertezza, a discapito dell’operatività dei sistemi RAEE e Pile. Anticipando l’invio di commenti strutturati alla proposta, con inerenti motivazioni a supporto, e ribadendo la disponibilità dell’industria a fare la propria parte, l’auspicio manifestato al Ministero è di trovare un punto di sintesi che abbia l’obiettivo reale di rendere più efficaci il sistema RAEE e Pile, evitando misure che risultano “punitive” per le imprese e non risolvono quei problemi che affliggono la raccolta di questi rifiuti.