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Il Sole 24 Ore – Dl Semplificazioni, Anie: ok gare con tempi certi, no deroghe e affidamenti diretti

In vista della presentazione degli emendamenti l'associazione chiede anche un intervento definitivo sul subappalto.

Giusto stabilire tempi precisi per la conclusione delle gare, occhio a innalzare troppo le soglie per gli appalti diretti a imprese di fiducia. Si rischia di alterare la concorrenza e di buttare fuori dal mercato le imprese con le spalle meno grosse. No, anche, al ritorno generalizzato dell’aggiudicazione al prezzo più basso. Le imprese specialistiche (impianti) rappresentate dall’Anie, tornano a far sentire la propria voce in vista dell’esame parlamentare del Dl semplificazioni, che questa settimana entra nel vivo con la scadenza del termine per la presentazione degli emendamenti al testo in vigore da metà luglio.
La prima notazione è di apprezzamento per la definizione di un tempo certo per la conclusione delle gare necessarie per assegnare gli appalti pubblici: 2,4 o 6 mesi a seconda che sia sotto o sopra soglia. “Basti pensare – rileva Anie – che attualmente la durata media di una procedura sopra soglia è di 14 mesi”. La legge, ricordiamo, non si limita a dettare i tempi ma prevede delle conseguenze sanzionatorie: esclusione dalla gara dell’impresa o danno erariale della stazione appaltante a seconda dell’imputabilità.

Accelerare le gare è sacrosanto, per gli impiantisti, me occhio al rischio di sacrificare le regole di concorrenza. Nel mirino c’è la scelta di innalzare a 150mila euro il tetto per gli affidamenti diretti. Soprattutto per gli appalti di servizi e forniture, l’innalzamento della soglia “potrebbe generare distorsioni concorrenziali, precludendo l’ingresso al mercato specialmente ad operatori economici di piccole e medie dimensioni”. Anie non è contraria per principio alla norma ma propone di attestarsi su una soglia più bassa: 80mila euro.

No invece al ritorno generalizzato del massimo ribasso. “Riteniamo pericoloso il fatto che sia stato stabilito che per appalti sotto soglia si torni incondizionatamente al prezzo più basso, in quanto il criterio di aggiudicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa è l’unico in grado di valorizzare nel modo più efficace gli aspetti qualitativi dell’offerta”, dice Maria Antonietta Portaluri, direttore di Federazione Anie. “Porre esclusivamente l’accento sul prezzo potrebbe comportare il rischio di dover fronteggiare criticità in fase di esecuzione con ritardi e rallentamenti nel completamento delle opere, in totale antitesi con quelli che sono gli obiettivi del provvedimento”.

Giudicato eccessivo il sistema delle deroghe, visto che il decreto semplifica già di per sé le procedure di gare e permette assegnazioni d’urgenza nei casi di emergenza “per cui non si comprende la scelta di permettere alle stazioni appaltanti, per affidamenti in determinati settori, di operare in totale deroga al codice appalti, ciò anche in considerazione del fatto che la disposizione individua settori fortemente diversi fra loro che vanno dall’edilizia scolastica agli affidamenti previsti nei contratti di programma Rfi-Mit”.

Anie chiede un intervento anche sul subappalto tornando a prevedere la possibilità di subappaltare il 30% della categoria prevalente e il 100% delle scorporate per lavori, servizi e forniture, nonostante dall’Europa sia arrivato più volte l’invito a non porre limiti sull’importo dei subaffidamenti.