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Proposta di revisione Direttiva EPBD sulla prestazione energetica nell’edilizia

Dal 2030 solo nuovi edifici a emissioni zero, stop ai combustibili fossili nel riscaldamento entro il 2040, estensione degli attestati di prestazione energetica e introduzione del passaporto di ristrutturazione. Obiettivo: portare il 15% del patrimonio edilizio residenziale almeno in classe F entro il 2030.

In data 15 dicembre, la Commissione Europea ha presentato la proposta di revisione della direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia (EPBD – Energy Performance of Buildings Directive).

Obiettivo della nuova EPBD è quello di avere un parco immobiliare a emissioni zero entro il 2050, considerando che gli edifici pesano per il 40% dell’energia consumata nell’Ue, per il 36% delle emissioni legate all’energia e per l’80% dell’energia consumata dalle famiglie per riscaldamento, raffrescamento e acqua calda sanitaria.

La proposta traduce in misure legislative concrete la strategia della Commissione “Ondata di ristrutturazioni” e intende facilitare la ristrutturazione di abitazioni, scuole, ospedali, uffici e altri edifici in tutta Europa per ridurre le emissioni di gas a effetto serra e le bollette energetiche.

La Commissione propone che a partire dal 2030 tutti gli edifici di nuova costruzione debbano essere a zero emissioni, mentre gli edifici nuovi del settore pubblico dovranno esserlo già dal 2027 (consumando poca energia, essendo alimentati da rinnovabili, non rilasciando emissioni di carbonio da combustibili fossili e disponendo di un attestato di prestazione energetica basato sulle emissioni del loro intero ciclo di vita).

Per quanto riguarda le ristrutturazioni, sono proposte nuove norme minime di prestazione, in base alle quali si dovrà riqualificare il 15 % del parco immobiliare meno efficiente di ciascuno Stato membro, cioè quello con attestato di prestazione energetica di classe G, per farlo rientrare almeno nella classe F, in due tappe: entro il 2027 per gli edifici non residenziali ed entro il 2030 per quelli residenziali.

L’obbligo di disporre di un attestato di prestazione energetica è previsto per gli edifici sottoposti a ristrutturazioni importanti, agli edifici di cui si rinnova il contratto di affitto e a tutti gli edifici pubblici. Gli immobili o le unità immobiliari messi in vendita o in affitto dovranno anch’essi esserne provvisti e la classe di prestazione energetica dovrà figurare in tutti gli annunci. Entro il 2025 tutti i certificati dovranno basarsi su una scala armonizzata dalla A alla G.

La proposta di revisione introduce inoltre il “passaporto di ristrutturazione”, concepito per aiutare i proprietari a pianificare e realizzare interventi graduali fino ad azzerare le emissioni dell’edificio. La Commissione invita inoltre gli Stati membri a considerare la ristrutturazione nelle norme in materia di finanziamento pubblico e privato. A partire dal 2027 non potranno più essere concessi incentivi finanziari per l’installazione di caldaie alimentate a combustibili fossili e gli Stati membri avranno la facoltà di vietare l’uso di questi combustibili negli edifici.

Le proposta di revisione incoraggia l’utilizzo delle tecnologie intelligenti per garantire che gli edifici funzionino in modo efficiente e suggerisce la creazione di banche dati digitali per gli edifici.

Per quanto riguarda la mobilità, la proposta sostiene la realizzazione di infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici negli edifici residenziali e commerciali e prevede l’aumento degli spazi dedicati al parcheggio delle biciclette.

Secondo la proposta di nuova EPBD, gli Stati Membri dovranno predisporre dei piani nazionali di ristrutturazione degli edifici integrati nei rispettivi PNIEC (Piani Nazionali per l’Energia e il Clima), includendovi tabelle di marcia per l’eliminazione graduale dei combustibili fossili nel riscaldamento e raffreddamento entro il 2040, insieme a un percorso per trasformare il patrimonio edilizio nazionale in edifici a emissioni zero entro il 2050.

Si attende quindi l’iter di approvazione della proposta, che deve ora essere vagliata a Consiglio e Parlamento Europeo.