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Studio promosso da ANIE sulla regolazione delle reti elettriche in Italia – IEFE Università Bocconi

Reti elettriche moderne ed efficienti riducono costi dell’energia per imprese e famiglie Grazie a regolazione virtuosa già investiti oltre 25 miliardi di euro, ma costi di rete scesi del 9% La sfida del futuro: continuare ad investire con regole adeguate a nuovi scenari

Reti elettriche di trasmissione e distribuzione moderne ed efficienti sono un fattore imprescindibile per abbattere il prezzo all’ingrosso dell’energia, che rappresenta la voce principale della bolletta pagata dalle famiglie e dalle imprese, per assicurare una qualità del servizio adeguata e per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale che l’Europa e l’Italia si sono poste.

Il quadro regolatorio italiano si è rivelato una best practice a livello europeo, dimostrandosi adeguato a promuovere ingenti investimenti – oltre 25 miliardi di euro complessivi tra trasmissione e distribuzione –  a indurre i gestori a comportamenti efficienti e a migliorare la qualità dei servizi di trasporto e distribuzione. Per il futuro, occorre che la regolazione evolva in funzione delle mutate condizioni del mercato elettrico, dettate dalla forte penetrazione delle rinnovabili e della generazione distribuita, in modo che si possa continuare a garantire agli operatori dei servizi di rete un quadro di regole favorevole agli investimenti.

Questo il quadro di sintesi che emerge dallo studio “La regolazione delle reti elettriche in Italia”, condotto dall’istituto Iefe dell’Università Bocconi per conto di ANIE, al quale hanno collaborato Enel, Terna e Federutility.

Vista l’importanza cruciale dei servizi di rete, nonostante un peso relativamente modesto (15%) sul costo totale del kilowattora in Italia, lo studio si sofferma in particolare sulle performance degli operatori e sulla qualità ed efficacia dei meccanismi di regolazione.  Dall’analisi svolta emerge che  il sistema di regolazione italiano è stato tra i più avanzati a livello europeo.

Per quanto riguarda la trasmissione, nell’ultimo decennio i cambiamenti indotti dal massiccio sviluppo degli impianti tradizionali, da un lato, e del boom delle rinnovabili, dall’altro, hanno mutato radicalmente lo scenario di riferimento. Ai tradizionali obiettivi di sviluppo della rete –  rimozione dei colli di bottiglia tra le aree, una maggiore interconnessione con i paesi esteri, ecc. – si sono aggiunte nuove esigenze legate alla maggiore complessità nella gestione del sistema.

A questi cambiamenti Terna ha fatto fronte con un massiccio piano di investimenti, in parte già realizzati (oltre 7 miliardi) e in parte in corso di realizzazione (2,7 miliardi su 8 programmati nel Piano di Sviluppo). I benefici sono presto detti: aumento della capacità di interconnessione con l’estero e riduzione delle congestioni di rete all’interno del Paese, fenomeno quest’ultimo che ha portato al progressivo azzeramento, con l’eccezione della Sicilia dove è in corso di realizzazione il collegamento Sorgente-Rizziconi, del differenziale di prezzo tra le diverse zone del mercato e un allineamento al prezzo unico nazionale. Parallelamente, sono stati ottenuti significativi incrementi della qualità del servizio e una riduzione dei costi per i servizi di dispacciamento, stimati in circa 3,4 miliardi di euro, necessari all’esercizio del sistema elettrico in condizioni di sicurezza. Come evidenziato per la trasmissione, anche le reti di distribuzione si trovano a dover connettere una quantità crescente di generazione distribuita da fonti rinnovabili: ad oggi, sono stati già connessi alla rete di distribuzione oltre 500 mila impianti.

Quanto al futuro, la sfida sicuramente più importante, sia per la trasmissione sia per la distribuzione, è quella di meglio integrare la generazione rinnovabile, senza che ciò intacchi la qualità del servizio. Questo comporta la necessità di  continuare ad investire: per il solo settore della distribuzione, secondo uno studio pubblicato da ANIE Energia e realizzato dal Politecnico di Milano, il mercato delle smart grids potrebbe richiedere da qui al 2020 dai 3 ai 10 miliardi di € in investimenti nel nostro Paese, che vanno ad aggiungersi agli investimenti di tipo tradizionale. E per il settore della trasmissione, ammontano a oltre 8 miliardi di euro gli investimenti previsti nei prossimi anni dal Piano di Sviluppo della rete, il 30% dei quali dedicati all’integrazione delle fonti rinnovabili.