Stato dell’arte dell’attuazione della Direttiva sui ritardi di pagamento.
Il 23 giugno, in occasione della riunione della Commissione IMCO del Parlamento europeo, Parlamento e Commissione hanno fatto il punto sulla situazione del recepimento e dell’attuazione della Dir. per combattere i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali (2011/7/EU).
La Commissione (DG GROW) ha riassunto le principali disposizioni della Direttiva:
- armonizzazione dei termini per i pagamenti delle amministrazioni pubbliche alle imprese: le amministrazioni pubbliche devono pagare i beni e i servizi acquistati entro 30 giorni o, in circostanze eccezionali, entro 60 giorni;
- libertà contrattuale nelle transazioni commerciali tra imprese: le imprese sono tenute a saldare le loro fatture entro 60 giorni, salvo diversamente concordato e purché tale decisione non risulti palesemente ingiusta;
- in caso di ritardo di pagamento, le imprese sono automaticamente autorizzate ad applicare interessi di mora e ottenere almeno 40 euro come risarcimento forfettario delle spese di recupero. Possono inoltre richiedere un risarcimento di tutti i restanti costi ragionevoli di recupero;
- nell’UE il tasso d’interesse di mora legale per ritardo di pagamento sarà portato ad almeno 8 punti percentuali al di sopra del tasso di riferimento della Banca centrale europea. Le amministrazioni pubbliche non sono autorizzate a fissare un tasso di interesse inferiore in caso di ritardo di pagamento.
Sulla base dei dati a disposizione e dei ricorsi presentati dalle aziende, la Commissione ha concluso che, nonostante la corretta e completa trasposizione, in un certo numero di Stati membri i ritardi di pagamento rimangono un problema perché non è ancora stata completata la fase di attuazione, per cui l’impatto di questa normativa dell’Unione europea sembra essere più limitato del previsto.
Inoltre la DG GROW ha sottolineato come gli Stati Membri, sebbene non sia previsto nella forma della Relazione, hanno un obbligo dettato dalla Direttiva di trasparenza e di sensibilizzazione nei confronti delle Pubbliche amministrazioni e delle aziende, comprese le PMI, per la corretta applicazione della Direttiva.
Sul tema del recepimento della Direttiva anche il Parlamento, con l’EPRS (European Parliament Research Service) ha svolto una sintesi della situazione. In particolare, da un sondaggio effettuato dalla DG EPRS nel mese di giugno 2015 (che sarà finalizzato entro la metà di luglio 2015), è emerso che 21 Stati Membri hanno correttamente trasposto la Direttiva, 2 Stati Membri sono in attesa dell’adozione, con altri 2 Stati Membri è stato aperto un dialogo per alcune problematiche relative alle misure di trasposizione nazionale, mentre persistono difficoltà nel recepimento, in particolare in Grecia, ma anche in Italia e in Spagna, Paesi nei confronti dei quali la Commissione ha avviato delle procedure di infrazione.
Per quanto riguarda la situazione Italia, la Direttiva è stata recepita con il Decreto Legislativo del 9 novembre 2012, n. 192.
Tuttavia, la Commissione europea ha avviato contro l’Italia una procedura d’infrazione con la quale sono stati chiesti dei chiarimenti sull’applicazione e sull’attuazione della direttiva sui ritardi di pagamento, in ragione di alcune norme del testo italiano che risultavano incompatibili con il dettato comunitario e che ora sono state eliminate.
Al fine di migliorare la trasparenza, le autorità pubbliche sono ora tenute a pubblicare su un sito web del Governo tutte le fatture da pagare. In caso di mancato pagamento nei termini previsti dalla normativa saranno applicate delle nuove sanzioni che prevedono il blocco di nuove assunzioni per le autorità pubbliche e per il funzionario responsabile la perseguibilità in sede civile e penale della propria condotta.
Nel settembre del 2014 è stata introdotta anche la fatturazione elettronica obbligatoria per le amministrazioni centrali con estensione ai governi locali nella primavera 2015, con l’obiettivo di accelerare i pagamenti ai fornitori.
Alla luce dei dati sopra esposti, la Commissione avvierà uno Studio transettoriale sulla corretta attuazione della Direttiva al fine di elaborare una Relazione che sarà pubblicata nel marzo 2016.
Inoltre, lo studio contribuirà all’esame della Direttiva sotto il Programma REFIT (Regulatory Fitness and Performance Programme) previsto dalla Commissione.