Sanzioni USA all’Iran: aggiornamenti
Ripristino del secondo blocco di sanzioni
Con il recesso dall’Accordo JPCPOA annunciato attraverso un Memorandum presidenziale lo scorso 8 maggio, l’amministrazione USA aveva anticipato il ripristino delle sanzioni nei confronti dell’Iran precedentemente sospese nel gennaio del 2016. Le due date per i c.d. “wind-down” (finestre temporali entro le quali gli operatori avrebbero dovuto cessare le attività in essere corrispondenti alle misure oggetto del ripristino per evitare di incorrere in sanzioni anche extraterritoriali) sono state fissate al 6 agosto e al 4 novembre 2018.
Infatti, alla mezzanotte del 4 novembre è scattato il secondo “wind-down” con il quale gli USA hanno ripristinato il secondo blocco di sanzioni, dopo quello rientrato in vigore il 6 agosto. Come il precedente, anche le misure rientrate in vigore a novembre hanno carattere extraterritoriale. In particolare queste sanzioni riguardano:
- Gli operatori portuali dell’Iran e dei settori della navigazione e della costruzione navale, comprese IRISL e South Shipping Line Iran e soggetti collegati;
- Le transazioni petrolifere intrattenute, tra gli altri, con la National Iranian Oil Company (NIOC), la Naftiran Intertrade Company (NICO) e la National Iranian Tanker Company (NITC). Esse comprendono l’acquisto di petrolio, di prodotti petroliferi e/o prodotti petrolchimici;
- le transazioni di istituzioni finanziarie straniere con la Banca centrale dell’Iran e le istituzioni finanziarie iraniane designate ai sensi della Sezione 1245 del National Defense Authorization Act for Fiscal Year 2012 (NDAA);
- la fornitura di servizi di messaggistica finanziaria specializzata (SWIFT) alla Banca centrale iraniana ed alle istituzioni finanziarie iraniane riportate al par. 104(c)(2)(E)(ii) del Comprehensive Iran Sanctions and Divestment Act 2010 (CISADA);
- la fornitura di servizi di sottoscrizione, assicurazione o riassicurazione;
- il settore energetico dell’Iran.
Gli USA avevano inoltre stabilito che, nei 180 giorni precedenti la seconda data, avrebbero condotto delle consultazioni con i partner internazionali per valutare la loro aderenza ai principi espressi nel Memorandum Presidenziale dell’8 maggio. Il risultato di tale impegno si è concretizzato nella possibilità concessa ad otto Paesi, tra cui l’Italia di continuare temporaneamente (per ulteriori sei mesi) ad importare limitate quantità di petrolio dall’Iran. Tale concessione denominata Special Reduction Exception – SRE – consentirebbe di utilizzare il prezzo corrisposto per gli acquisti di petrolio per pagare le esportazioni verso l’Iran ritenute “legali” ai sensi di entrambe le legislazioni UE e USA, rendendo possibili le transazioni finanziarie per i canali commerciali consentiti.
Per maggiori approfondimenti è possibile scaricare dalla colonna di destra una nota d’aggiornamento curata da Confindustria.