Esiti della sessione plenaria del Parlamento europeo che si è svolta dal 13 al 15 maggio a Bruxelles.
- Lavori di mercoledì 13 maggio
I deputati hanno adottato una risoluzione legislativa in cui chiedono alla Commissione europea di presentare una proposta per un piano d’emergenza del QFP (Quadro Finanziario Pluriennale) entro il 15 giugno 2020.
La risoluzione è stata approvata con 616 voti favorevoli, 29 contrari e 46 astensioni.
Anche se gli attuali massimali di bilancio sarebbero automaticamente estesi qualora l’anno prossimo non ci fosse un nuovo QFP, molti programmi risulterebbero comunque in scadenza alla fine del 2020, ad esempio Erasmus o i programmi di coesione e di ricerca.
L’obiettivo della proposta è quello di fornire una rete di sicurezza per cittadini, regioni, città, agricoltori, università e imprese che beneficiano dei programmi UE ed escludere il rischio che l’attuale QFP e i relativi programmi siano interrotti o estesi in modo disordinato.
Va ricordato che il 17 aprile, il Parlamento europeo ha chiesto un massiccio pacchetto di misure per la ripresa e la ricostruzione che prevede un aumento del QFP. Secondo la risoluzione legislativa approvata, il piano di emergenza fornirebbe una base migliore rispetto a un QFP tardivo o inadeguato alle priorità politiche alla ripresa dell’Unione Europea.
La risoluzione legislativa è stata approvata dalla maggioranza dei deputati. Di conseguenza, la Commissione deve presentare una proposta pertinente oppure informare il Parlamento sui motivi di una mancata proposta, ai sensi dell’articolo 225 del TFUE.
- Lavori di venerdì 15 maggio
Il PE chiede un pacchetto solido, incentrato su esigenze dei cittadini e basato sul bilancio UE, di 2000 miliardi di € per ricostruire l’economia dopo il Covid-19.
La risoluzione è stata approvata con 505 voti favorevoli, 119 contrari e 69 astensioni.
Il Parlamento insiste sul fatto che il nuovo “fondo di ripresa e trasformazione” debba avere una dimensione di 2.000 miliardi di euro, essere finanziato “attraverso l’emissione di obbligazioni a lungo termine” ed essere erogato “attraverso prestiti e, soprattutto, attraverso sovvenzioni, pagamenti diretti per investimenti e capitale proprio”.
Il piano di ripresa deve essere fornito in aggiunta al prossimo Quadro Finanziario Pluriennale (QFP), ossia il bilancio a lungo termine dell’UE, e non a scapito dei programmi UE esistenti e futuri. Inoltre, i deputati insistono sulla necessità di aumentare il QFP, sottolineando come il Parlamento debba usare i suoi poteri di veto qualora le richieste del PE non venissero soddisfatte.
I fondi per la ripresa dovrebbero essere destinati a “programmi rientranti nel bilancio dell’UE”, per garantire il controllo e la partecipazione parlamentare. Il Parlamento deve anche essere pienamente coinvolto “nella definizione, nell’adozione e nell’attuazione del fondo per la ripresa”.
Il “massiccio pacchetto di misure di ripresa”, che i deputati hanno già chiesto nella recente risoluzione di aprile, deve durare abbastanza a lungo per affrontare il “previsto impatto profondo e duraturo dell’attuale crisi”. I deputati chiedono inoltre che il pacchetto di misure dia sostegno alle PMI e dia priorità agli investimenti sulla base del Green Deal e dell’Agenda digitale e insistono sulla creazione di un nuovo programma sanitario europeo a sé stante.
I deputati ribadiscono la loro richiesta di introdurre nuove “risorse proprie” (le fonti di entrata dell’UE), in modo da evitare un ulteriore aumento dei contributi diretti degli Stati membri al bilancio UE per soddisfare le esigenze del QFP e del Fondo per la ripresa e la trasformazione. Poiché il massimale delle entrate UE è espresso in RNL (Reddito Nazionale Lordo), che dovrebbe diminuire significativamente a causa della crisi, i deputati chiedono anche “un aumento immediato e permanente del massimale delle risorse proprie”.
La Commissione europea dovrebbe presentare il 27 maggio prossimo una proposta di revisione del QFP e del Fondo di ripresa che tenga conto della crisi sanitaria e delle sue conseguenze.