CONGIUNTURA FLASH CSC – Incertezza e dazi frenano export e investimenti. Rischi per l’industria, che stava recuperando.
È attesa frenata. Il PIL italiano è cresciuto più del previsto nel primo trimestre 2025 (+0,3%), con l’industria che ha interrotto il suo lungo calo. Nel secondo, però, i dazi e le alterne decisioni dell’Amministrazione Trump tengono alta l’incertezza e bassa la fiducia, frenando principalmente export e investimenti. Le minori attese di crescita, tuttavia, riducono il prezzo dell’energia, agevolando il taglio dei tassi in Europa.
Prezzi energetici in calo. Il prezzo del gas in Europa (TTF) continua a scendere: 33 €/mwh a maggio, da 50 a febbraio, restando comunque sopra i livelli del 2019 (14 in media); in ribasso anche l’elettricità (PUN a 88 €/mwh, da 150), ma resta il divario con gli altri paesi europei. Anche il prezzo del petrolio è in calo, a riflesso delle attese di frenata della domanda globale: 62 $/barile a maggio, da 76 a febbraio.
Giù i tassi europei. L’inflazione è alta negli USA (+2,3% in aprile), dove è attesa crescere per l’effetto dei dazi sui prezzi dell’import, cui si aggiunge la svalutazione del dollaro. È poco più bassa nell’Eurozona (+2,2%), ma qui calerà per il ribasso energetico e il rafforzamento dell’euro. Ciò significa che la BCE proseguirà con i tagli dei tassi nel 2025 (già a 2,25%), mentre la FED potrebbe restare in attesa, con tassi fermi a 4,50%. Questo stimolerà il credito per le imprese italiane (-1,1% annuo a marzo).
Investimenti in calo. Gli indicatori mensili per gli investimenti sono tutti orientati in negativo nei primi 4 mesi del 2025: continua a diminuire la fiducia delle imprese, per il terzo mese di fila (91,5 in aprile, da 93,2); si segnala un forte aumento dell’incertezza; i giudizi sugli ordini di beni strumentali sono pressoché stabili su bassi livelli e calano le attese sui nuovi ordinativi, indizio di domanda debole.
Industria a rischio dazi. A marzo la produzione è aumentata (+0,1%), chiudendo il primo trimestre in recupero (+0,4%), dopo 5 trimestri in calo, anche se RTT indica minor fatturato. I dazi colpiscono principalmente l’industria e i primi dati di aprile, post-dazi, sono misti: il PMI segnala che la flessione si è quasi esaurita (49,3 da 46,6), ma la fiducia scende per il secondo mese di fila, su valori bassi.
Export su, prima dei dazi. L’export italiano di beni era in risalita a inizio 2025, prima dei dazi USA: +4,6% in valore nel primo trimestre rispetto al 4° 2024. Cresce però anche l’import, tanto che il contributo dell’export netto nel primo è negativo. Positiva la dinamica delle vendite nei mercati UE ed extra-UE, grazie a una ripresa in Germania e a marzo negli USA per anticipare i dazi (+11,8% nel trimestre), ancora in calo invece le vendite in Cina. Il PMI sugli ordini manifatturieri esteri in aprile punta a una stabilizzazione, ma gli ordini del PMI globale volgono in negativo.
Eurozona: inizio favorevole, frenata in vista. Nel primo trimestre il PIL dell’area è cresciuto, con la Spagna in testa, seguita da Germania e Francia. Nell’industria, in particolare, la Germania è in forte recupero, mentre Francia e Spagna sono rimaste quasi ferme.
USA: cala il PIL, l’economia regge. Il PIL USA nel primo trimestre è sceso di -0,1%, come risultato di una frenata dei consumi, una tenuta degli investimenti, una forte accumulazione di scorte e un brusco calo della domanda estera netta e anche della spesa pubblica. In aprile, ferma la produzione industriale, ma buona la dinamica degli occupati.
Cresce la Cina. In crescita il primo trimestre (+5,4%), sulla spinta di manifattura e costruzioni. L’industria è trainata dalle esportazioni, anche grazie alle spedizioni anticipate per i dazi USA. In aprile, l’export è ancora in crescita (+8,1% annuo) e il PMI manifatturiero resta in territorio positivo per il settimo mese (50,4), seppure in frenata. Tale rallentamento è legato al calo degli ordini esteri e della fiducia delle imprese. Ma l’allentamento per 90 giorni delle barriere con gli USA potrebbe mantenere la dinamicità dell’export cinese nel secondo trimestre. Segnali positivi pure dalla domanda interna, grazie alle ingenti misure pubbliche di stimolo.
Per approfondimenti si rimanda alla Congiuntura Flash di maggio 2025