centro studi confindustria pubblicata la congiuntura flash di gennaio 2024

Centro Studi Confindustria: pubblicata la Congiuntura Flash di gennaio 2024

Il 22-Gennaio-2024

Inizio 2024 con nuove tensioni e rischi per le imprese dovuti alla forte riduzione dei transiti nel canale di Suez.

Il 2024 si è aperto con ulteriori rischi per i flussi commerciali, dovuti alla forte riduzione dei transiti nel canale di Suez per gli attacchi del gruppo yemenita degli Houti. I prezzi di gas e petrolio non ne hanno risentito, ma restano alti resgistrando a gennaio 31 €/mwh e 78 $/barile. A fine 2023 il PIL italiano potrebbe essere andato meglio dell’atteso: sono ripartiti infatti servizi e costruzioni, ma l’industria resta debole. L’inflazione rimane ai minimi in Italia, pertanto i tassi potrebbero rimanere alti ancora per alcuni mesi.

Questo è ciò che emerge dalla Congiuntura Flash relativa al mese di gennaio 2024 diffusa dal Centro Studi Confindustria.

L’inflazione italiana è scesa ancora a dicembre (+0,6% annuo, da +0,7%). È balzata, invece, in Germania (+3,8% da +2,3%) e Francia (+4,1% da +3,9%), tanto che nella media Eurozona è risalita al +2,9% (da +2,4%). Il divario è spiegato soprattutto dalle diverse traiettorie dei prezzi energetici, che ora calano molto di più in Italia (-24,7%) che in Europa (-6,7%), a causa di un “effetto base” avverso in Germania (dove il Governo li aveva frenati molto a dicembre 2022). Contano anche i prezzi core di beni e servizi, che proseguono ovunque la frenata, ma in Italia sono già tornati appena sotto il +3,0%, mentre nell’Area mantengono un maggior ritmo (+3,4%).

Sui tassi ci sono attese al ribasso, ma questo contesto potrebbe frenare le mosse della Bce e i tassi potrebbero rimanere alti per alcuni mesi con effetti sul credito: a novembre si è riscontrato, infatti, un ennesimo aumento del costo del credito per le imprese. Viceversa, per il secondo mese si attenua la caduta dei prestiti, sebbene il credito rimanga un fattore di freno per investimenti e consumi. Gli investimenti, tuttavia, risultano meno negativi. Ma a dicembre è calata la fiducia delle imprese. Anche consumi sono incerti.

Si conferma, invece, la dinamica positiva del mercato del lavoro: +450mila occupati a novembre da fine 2022. Anche i servizi sono in risalita, mentre l’industria ha segnato in brusco calo. A novembre la produzione ha subito un’altra forte flessione (-1,5%; -3,1% tendenziale). Nel 4° trimestre, la variazione acquisita della produzione è di -1,1%. A inizio 2024 il “blocco” di Suez se prolungato potrebbe peggiorare lo scenario.

Sull’export incerte le prospettive: l’export italiano si è ridotto nel 2023 ma ci sono miglioramenti a fine anno. Nel manifatturiero ha segnato +0,6 rispetto a ottobre-novembre 2022, dinamica migliore rispetto alla produzione manifatturiera italiana (-2,5%), frenata dalla domanda interna debole. Ciò conferma l’importanza della domanda estera come attivatore della manifattura italiana e come cartina di tornasole della sua competitività.

Per approfondimenti si rimanda alla Congiuntura Flash di dicembre 2024

Fonte: CSC Confindustria