Cooperazione Italiana allo Sviluppo
La Cooperazione allo sviluppo nasce dall’esigenza di garantire il rispetto della dignità umana e assicurare la crescita economica di tutti i popoli.
Componente essenziale della politica estera
Nell’esperienza storica, la Cooperazione italiana si è sviluppata a partire dagli anni Cinquanta con una serie di interventi di assistenza messi in atto in paesi legati all’Italia da precedenti vincoli coloniali. Successivamente l’Italia ha avviato un’attività di cooperazione più sistematica intesa a contribuire agli sforzi internazionali volti ad alleviare la povertà nel mondo e aiutare i Paesi in via di sviluppo a rafforzare le rispettive istituzioni. Più di recente le nuove emergenze hanno conferito alla cooperazione un ruolo sempre più fondamentale nelle scelte di politica estera italiana, in armonia con gli interventi per il mantenimento della pace e la gestione dei flussi migratori.
Assetto normativo e organizzazione
Le attività della Cooperazione italiana sono regolate dalla Legge n.49 del 1987 con la quale si è provveduto a un riordino dell’intera materia e alla creazione dell’attuale Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo (Dgcs) nell’ambito del Ministero degli Affari Esteri.
Linee guida e indirizzi di programmazione
Nel definire iniziative e Paesi in cui intervenire, la Cooperazione italiana tiene conto di linee guida e impegni concordati nel più ampio contesto internazionale (Onu, Ue). Linee guida e indirizzi di programmazione sono stati individuati per il 2013-2015 in un recente documento (LL.GG.CD.19.12.12).
In termini di priorità le iniziative sono focalizzate principalmente sul continente africano (Africa sub-sahariana), sui Paesi nei quali sono stati assunti importanti impegni internazionali (Afghanistan, Libano) nonché in aree nelle quali la presenza del nostro Paese ha radici profonde (America Latina, Medio Oriente e Mediterraneo). In termini di aree tematiche e settori le priorità sono: l’ambiente e beni comuni, con particolare attenzione allo sviluppo rurale, all’agricoltura biologica o convenzionale, alla ricerca di fonti alternative e rinnovabili; le politiche di genere e in particolare l’empowerment delle donne, accanto ai tradizionali interventi sulla salute e sull’educazione.
Il pacchetto informativo sulla Policy Coherence for Development, elaborato dalla Cooperazione italiana, intende contribuire alla divulgazione di informazioni sulla tematica della coerenza dei paesi donatori nell’adozione di politiche di sviluppo (aid policies) e politiche non direttamente finalizzate allo sviluppo (non aid policies) ma che hanno un impatto significativo sulla crescita dei PVS (commercio, ambiente e cambiamento climatici, agricoltura, lavoro e immigrazione, sicurezza, ricerca e innovazione, energia). Si veda anche il documento sulla Coerenza dei finanziamenti con la policy della Dgcs per il 2013.
Il Comitato direzionale per la Cooperazione ha approvato, nel 2009, il I Piano programmatico per l’efficacia degli aiuti (2009-07-14_PianoEfficaciaRevfinale), e nel 2011 il II Piano programmatico per l’efficacia degli aiuti (2010-12-21_PianoEfficaciaII), stilati secondo le raccomandazioni formulate in ambito internazionale (in particolare nella Dichiarazione di Parigi del 2005 e nella Accra agenda for action del 2008), che metteranno il nostro paese in linea con le direttive del Dac, il Comitato di aiuto allo sviluppo dell’Ocse.
Il volume dell’aiuto pubblico allo sviluppo (Aps)
L’Aps, in termini quantitativi, non è la fonte principale di finanziamento dello sviluppo. Apporti più consistenti derivano dalla mobilitazione delle risorse interne dei Pvs – qualora si crei un ambiente favorevole agli investimenti, che scoraggi le fughe di capitali – dagli investimenti esteri, dalla partecipazione al commercio internazionale. L’Aps, peraltro, svolge un ruolo essenziale, in particolare nei Paesi meno avanzati (Least Developed Countries), di sostegno agli sforzi fatti localmente per adeguare le istituzioni e i mercati, affinché sappiano cogliere le opportunità di sviluppo che i processi di globalizzazione schiudono, e al tempo stesso proteggere le fasce più deboli della popolazione.
Ogni anno l’Ocse elabora le statistiche sul volume degli aiuti nell’anno precedente. Si riportano di seguito una tabella Ocse che evidenzia il trend dell’Aps italiano dal 1990 al 2010, e un documento di lavoro del Mae sull’Aps italiano nel 2010:
File PDF Aps italiano nel 2010
Canali, partner e sistema Italia
I canali attraverso cui vengono realizzate le iniziative di cooperazione sono:
- il canale bilaterale nel caso d’iniziative concordate tra il paese donatore e il Pvs;
- il canale multilaterale nel caso di iniziative realizzate da un’organizzazione internazionale grazie all’apporto finanziario di vari governi donatori;
- il canale multibilaterale nel caso d’iniziative concordate e finanziate a livello bilaterale, ma affidate in esecuzione ad un’organizzazione internazionale.
I Partner con cui la Dgcs collabora per realizzare le iniziative finanziate sono: Ministeri, Enti pubblici centrali e locali, Università, Ong e Imprese; Unione Europea, Organizzazioni Internazionali e naturalmente i Paesi in via di sviluppo.
Nell’ambito di tali “partnership” una linea direttrice della Cooperazione italiana è quella dell’intensificazione della collaborazione e delle sinergie con il sistema-Italia, con riferimento a quattro pilastri fondamentali: le imprese, le Ong ed il volontariato, le Università ed i centri di ricerca e formazione, la cooperazione decentrata.