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Decreto “spalma incentivi”, allarme di ANIE Rinnovabili: a rischio gli investimenti esteri

Il Presidente Emilio Cremona: "Il MISE convochi urgentemente le parti interessate"

Milano, 19 giugno 2014 – Investimenti esteri a rischio: ANIE Rinnovabili lancia l’allarme sulla credibilità del paese verso gli investitori. Alla luce delle prime bozze del decreto “spalma incentivi” circolate in queste ore,  ANIE Rinnovabili esprime forte preoccupazione per un intervento retroattivo con effetto sui contratti già stipulati tra investitori, consumatori, produttori di energia e Stato nel settore degli impianti fotovoltaici.

“Il governo non ha preso in considerazione le proposte del settore di introdurre misure finanziarie alternative (bond) che avrebbero ridotto gli oneri gravanti sulla bolletta elettrica senza andare ad incidere sui contratti in essere – dichiara il Presidente Emilio Cremona. Con questo decreto, se approvato in via definitiva, si rischia di minare la credibilità del Paese verso gli investitori anche esteri”.

Il decreto, peraltro, impatta negativamente anche sulle tante PMI che hanno deciso di investire, seppur in un momento di crisi finanziaria, nella produzione di energia pulita come volano di rilancio della competitività e rischia di far proliferare i contenziosi.

“Chiediamo quindi al Governo – conclude Emilio Cremonadi rivedere il decreto, introducendo i necessari correttivi senza toccare i contratti in essere. Occorre approfondire ulteriormente le altre possibilità che si hanno per ridurre il costo della bolletta. Siamo convinti che si possa trovare insieme a Confindustria una soluzione condivisa che non generi incertezza ma sviluppo economico per il bene del Sistema Paese.”

ANIE Confindustria, con quasi 1.200 aziende associate e circa 425.000 occupati, rappresenta il settore più strategico e avanzato tra i comparti industriali italiani, con un fatturato aggregato di 63 miliardi di euro (di cui 29 miliardi di esportazioni). Le aziende aderenti ad ANIE Confindustria investono in Ricerca e Sviluppo il 4% del fatturato, rappresentando più del 30% dell’intero investimento in R&S effettuato dal settore privato in Italia.