Gara Consip sui sistemi di vigilanza della Pubblica Amministrazione
Lettera aperta di Rosario Romano, presidente di ANIE Sicurezza
Milano, 3 marzo 2017 – A novembre del 2015, Consip S.p.A. ha indetto una Gara a procedura aperta per la fornitura di Sistemi di Videosorveglianza e servizi connessi per le Pubbliche Amministrazioni (ID 1645), per un valore presunto totale di € 56.700.000 e diviso solo in tre lotti.
Il bando di gara qualificava l’appalto come “Fornitura” sostenendo che la componente di progettazione e opere di installazione connesse fosse marginale rispetto alle forniture delle attrezzature, negando quindi la qualifica dell’appalto come “Lavori”, come stabilito dal Codice degli Appalti.
La questione non è “oziosa”, perché la legge non consente a Consip di bandire gare per “Lavori”.
Anie Sicurezza è assolutamente contraria alla gara, intanto perché ritiene che il bando non sia stato emesso nel rispetto delle leggi vigenti e perché, se la gara fosse assegnata, si creerebbe un precedente gravissimo che porterebbe grave nocumento alla categoria.
Categoria che conta un elevato numero di piccole e micro aziende, con competenze e specializzazioni specifiche, che vedrebbero ridicolizzata a semplice fornitura di prodotto una delle fonti più importanti di opportunità di lavoro, che registra negli ultimi 5 anni una sensibile crescita del fatturato.
Inoltre, così come impostata la gara, favorisce, come confermato dalla recente aggiudicazione, pochi concorrenti di grandissime dimensioni! Difatti la gara, suddivisa in soli tre lotti, prevede il possesso di requisiti improponibili per le micro e piccole aziende.
Quale operatore della sicurezza, con esclusione delle grandissime aziende, registra un fatturato specifico di almeno 20.000.000,00 di Euro?
Ma vi è di più. Le grandi aziende, molto probabilmente, dopo aver negoziato con i produttori il miglior prezzo sui prodotti, subappalterebbero poi tutta la parte di progettazione, installazione ed erogazione dei servizi connessi, alle piccole e micro aziende che dovranno accontentarsi di un “boccone di pane”, con la formula “prendere o lasciare”.
Inoltre cito la recente sentenza del TAR del Lazio N° 09441/2016: “La scelta della centrale di committenza di suddividere il territorio nazionale in lotti di dimensioni tali da richiedere un fatturato specifico per la partecipazione in possesso solo degli operatori più rilevanti del mercato, pertanto, ha violato il fondamentale principio del favor partecipationis limitando in modo irragionevole la facoltà di presentazione individuale delle offerte e non garantendo in tal modo né l’esplicarsi di un piena apertura del mercato alla concorrenza né i risparmi di spesa potenzialmente derivanti da una più ampia gamma di offerte relative ai singoli lotti.”
L’attuale mercato, nel quale si approvvigiona la Pubblica Amministrazione, è quello dei fornitori qualificati e specializzati che, a seguito dell’aggiudicazione, progettano e realizzano l’installazione degli impianti in coordinamento con le strutture logistiche ed informatiche preesistenti, nell’ottica di creare valore aggiunto e non disperdere gli investimenti pregressi. Nel rispetto delle leggi e delle norme nazionali ed internazionali.
Ed in questo mercato che operano gli associati di Anie Sicurezza, che riflettono il mercato che è costituito quasi esclusivamente da operatori di micro e piccole dimensioni, portatori però di competenze tecniche e specialistiche di elevatissimo spessore.
Riteniamo, quindi, che questo bando di gara alteri il mercato di riferimento e trasferisca una parte rilevante del fatturato a beneficio di pochissimi grandi operatori, che si porranno ancora una volta come dispensatori di lavoro a prezzi stracciati per le piccole e micro aziende, che continueranno quindi a restare tali.
Tutto ciò, non solo a danno di tutti quegli operatori di mercato che lavorano con grande professionalità verso il cliente Pubblica Amministrazione, ma anche a discapito della qualità del risultato finale e, se vogliamo, della conseguente sicurezza che si dovrebbe garantire soprattutto in questo momento storico. Tale modus operandi, infatti, andrebbe a “mortificare” la filiera della qualità, non lasciando spazio, economico e professionale, ad attività progettuali di valore aggiunto, che sono lo spartiacque tra un lavoro fatto “a regola d’arte” ed una mera “fornitura”.
Anie Sicurezza è decisamente contraria a questa impostazione della gara focalizzata sulla concentrazione degli appalti nelle mani di poche e grandissime aziende, dimenticando che questo Paese si regge sul lavoro delle micro, piccole e medie aziende, che devono avere però la possibilità di partecipare al mercato come concorrenti e non come esecutori del lavoro “procacciato” all’ingrosso dalle grandi aziende. Per questa via si nega alle micro e piccole aziende di avere occasioni di crescita e quindi esercitare una funzione di stimolo del mercato, anche nei confronti delle grandi aziende che altrimenti diventeranno sempre di meno, sempre più grandi.
Naturalmente Consip ha respinto le nostre osservazioni, ed ha proseguito nel suo iter fino all’aggiudicazione, ma non comprendiamo perché l’Autorità Nazionale Anticorruzione – ANAC tardi a far conoscere la propria posizione in merito, pur avendo ricevuto le nostre specifiche richieste, probabilmente però inoltrate con modalità che potrebbero essere state interpretate come irrituali.
Ora la nostra Associazione Anie Sicurezza ha inoltrato un esposto formale all’ANAC (secondo il regolamento in vigore) e ci attendiamo a breve di ricevere una risposta e che prenda atto della irregolarità formale da parte di Consip che derubrica a “fornitura” ciò che invece per legge è “lavoro”.
Attendiamo dall’Autorità valutazioni, interpretazioni e contributi su questo specifico tema che siano di aiuto e orientamento a tutti gli operatori del mercato della P.A..
Abbiamo bisogno di comprendere se è ritenuto in linea con gli interessi della Pubblica Amministrazione sollecitare il mercato stimolando solo aggregazioni fra operatori che valorizzano più la dimensione economico- finanziaria rispetto alla capacità e qualità tecnica.
Le micro e piccole aziende dovrebbero poter scegliere di raggrupparsi e riunirsi in associazioni temporanee solo per libera scelta e con lo scopo di strutturare un’offerta completa di qualità e robustezza di esperienza testimoniata da fatturati coerenti con gli appalti.
Ma l’associazione temporanea non dove essere un obbligo che deriva dai parametri forzosamente elevati per ridurre il numero dei concorrenti e semplificare le procedure di gara.
La nostra opinione è che continuando a schiacciare verso il basso i micro, piccoli operatori di questo mercato non si produrrà alcun vantaggio per la P.A., e certamente si produrrà un danno per il tessuto economico italiano e per il settore che Anie Sicurezza rappresenta.
Rosario Romano
Presidente ANIE Sicurezza