Efficienza energetica: Italia al quinto posto in Europa
Report dell'Energy&Strategy School of Management Politecnico di Milano
L’Italia è quinta in Europa per efficienza energetica nel 2024, con un Energy Intensity Index migliore del 16% rispetto alla media UE. Tuttavia, la performance rallenta, avendo perso una posizione dal 2022.
Gli investimenti in efficienza energetica sono stimati tra 58 e 66 miliardi di euro nel 2024, in calo rispetto al 2023 (75-85 miliardi), con circa la metà ancora destinata al residenziale nonostante le modifiche al Superbonus. Per raggiungere gli ambiziosi obiettivi UE, l’Italia dovrebbe investire 308 miliardi di euro entro il 2030, riducendo i consumi finali a 93 Mtep – target ritenuto poco realistico con le misure attuali. Secondo Energy&Strategy del Politecnico di Milano, servono oltre 240 miliardi di euro entro il 2030 per allinearsi agli obiettivi PNIEC ed UE, potenziando e stabilizzando le misure incentivanti, la cui incertezza normativa è un ostacolo.
Il settore residenziale ha visto un forte calo degli investimenti (da 44-49 miliardi nel 2023 a 29-32 miliardi nel 2024), mentre l’industriale è più stabile, con investimenti di 2,3-2,7 miliardi, soprattutto in fotovoltaico e pompe di calore. Le aziende di medie dimensioni si distinguono per dinamicità. Anche PA e terziario mostrano un lieve calo, concentrandosi sulla riduzione dei fabbisogni termici, con risparmi non sempre proporzionati agli investimenti.
Un’indagine su 2.500 cittadini (aprile-giugno 2025) rivela che l’85% ha effettuato interventi negli ultimi cinque anni, prediligendo soluzioni semplici. Nonostante la soddisfazione, alti costi, burocrazia e difficoltà di accesso agli incentivi frenano investimenti maggiori. Un’analoga indagine su 250 imprese mostra che il 70% ha investito in tecnologie hardware consolidate (es. illuminazione efficiente, fotovoltaico). Le piccole e medie imprese hanno investito proporzionalmente più delle grandi. Gli ostacoli principali sono i lunghi tempi di ritorno e l’incertezza normativa.
Il quadro regolatorio si è ampliato, con il pacchetto europeo “Fit for 55” e la revisione delle direttive sull’efficienza energetica (EED) e sulle “Case Green” (EPBD), oltre all’estensione dell’ETS. In Italia, il PNIEC rafforza il ruolo dell’efficienza, ma la frammentazione e la mancanza di coordinamento degli incentivi (Certificati Bianchi, Conto Termico, Superbonus, Piano Transizione 5.0) ne riducono l’efficacia.
I sistemi di Building Automation (BACS) sono promettenti per ridurre i consumi, ma la loro adozione è limitata da barriere culturali e mancanza di consapevolezza. La revisione della EPBD introdurrà obblighi che potrebbero stimolarne la diffusione, ma necessitano di formazione e supporto.
Il Report del Politecnico di Milano delinea tre scenari al 2030:
- Conservativo: riduzione minima dei consumi e 137 miliardi di investimenti (insufficienti per target UE).
- PNIEC: riduzione a 102 Mtep e 243 miliardi di investimenti (richiede politiche stabili).
- Obiettivi UE: 93 Mtep e 308 miliardi di investimenti (ambizioso e irrealizzabile senza adeguati incentivi).
Un quadro stabile e coerente è essenziale per mobilitare capitali e guidare la transizione energetica.