Taiwan e la crisi dei semiconduttori
Taiwan è attualmente una delle nazioni fondamentali per l’industria tecnologica, con la produzione di oltre il 60% dei semiconduttori globali e di più del 90% di chip avanzati.
Una possibile interruzione della produzione o dell’export taiwanese – dovuti a un conflitto militare o a tensioni geopolitiche – rappresenterebbe un evento dirompente per l’economia globale e, in particolare, per l’Europa. L’esperienza recente della crisi dei semiconduttori tra il 2020 e il 2022, scatenata da semplici interruzioni delle catene logistiche, ha già evidenziato la fragilità delle filiere industriali europee. Un blocco prolungato della capacità produttiva taiwanese paralizzerebbe settori chiave come automotive, elettronica, difesa, telecomunicazioni e sanità.
In assenza di una strategia chiara e strutturata per la sicurezza degli approvvigionamenti, l’Unione Europea rischia di trovarsi nuovamente impreparata di fronte a uno scenario ad alta criticità. Le catene di approvvigionamento globali restano eccessivamente centralizzate e vulnerabili. La dipendenza dai semiconduttori taiwanesi deve essere affrontata con urgenza, al fine di tutelare la resilienza tecnologica e industriale del continente.
Fonte: Il Mago di Oz