CONGIUNTURA FLASH CSC – Il petrolio è meno caro e si attenua l’incertezza globale, ma pesano dazi e dollaro svalutato

20 Ottobre 2025

Il petrolio è meno caro e si attenua l’incertezza globale, ma pesano dazi e dollaro svalutato

Pubblicata la Congiuntura Flash del Centro Studi Confindustria con un focus sull’export verso gli Stati Uniti e sull’accordo UE-USA.

Evidente l’impatto dei dazi. La recente tregua tra Israele e Palestina attenua l’incertezza e il rientro del prezzo del petrolio abbassa i costi. In Italia c’è qualche segnale positivo per gli investimenti, ma nel 3° trimestre l’industria è ancora in difficoltà e i servizi continuano a crescere poco. Dazi USA e dollaro svalutato continuano a erodere l’export, mentre il risparmio precauzionale frena i consumi.

Energia: ribasso del petrolio. Il prezzo del gas in Europa è stabile da tre mesi (32 euro/MWh in ottobre), ma resta ancora più del doppio del 2019 (14 euro). La quotazione del petrolio, invece, a ottobre continua a scendere (66 dollari al barile) ed è ormai in linea con il livello pre-pandemia (64 dollari).

BCE ferma. L’inflazione resta bassa nell’Eurozona (+2,2% a settembre), ma la BCE non sembra avere intenzione di tagliare i tassi ulteriormente (2,00% da giugno). La FED ha ripreso i tagli (4,25% a settembre) ed è attesa proseguire. Il dollaro per ora rimane svalutato sull’euro: 1,17 in media a ottobre, da 1,04 a gennaio (+12,7%), riflettendo le peggiori attese sull’economia USA legate ai dazi.

La manovra non alza il PIL. Il Governo conferma un deficit in calo a 2,8% nel 2026 e 2,6% nel 2027, quindi l’uscita dell’Italia dalla procedura per disavanzi eccessivi già il prossimo anno. La manovra per il 2026 di circa 18 miliardi sarà quasi a saldo zero e, secondo il Governo, non avrà impatto sul PIL. Gli interventi saranno focalizzati su: taglio aliquote Irpef, sanità, investimenti, politiche per la famiglia.

Investimenti in crescita. Dopo un ottimo secondo trimestre (+1,6%), gli indicatori confermano la fase positiva nel terzo. A settembre aumenta la fiducia dei produttori di beni strumentali, specie le attese su ordini e produzione. Si attenua invece la fiducia nelle costruzioni, per i giudizi negativi sugli ordini, anche se i piani di costruzione recuperano. Il minor costo del credito sostiene i prestiti (+1,2% annuo in agosto).

Industria: caduta e risalita? In agosto la produzione è scivolata in Italia (-2,4%), dopo il +0,4% di luglio, portando la variazione acquisita per il terzo trimestre a -1,4%; erano positivi i dati nella prima metà dell’anno (+0,3% a trimestre). RTT ha anticipato il saliscendi di luglio-agosto, in termini di fatturato, e l’indagine CSC suggerisce già a settembre un recupero. Che è avallato dalla fiducia delle imprese industriali stabilizzata, grazie a ordini meno negativi; meno dal PMI, di poco in area recessiva (49,0).

Export in difficoltà. Le prospettive per l’export di beni restano deboli, a causa dei dazi USA (si veda il Focus). Incerte le indicazioni dagli ordini esteri a settembre: in risalita i giudizi Istat, in calo quelli PMI.

Eurozona: soffre l’industria tedesca. Ad agosto la produzione industriale si è ridotta in tutta l’area, specie in Germania (-5,2%); nel secondo trimestre in Spagna e Francia era cresciuta, mentre in Germania già calava. A settembre, i PMI manifatturieri sono in contrazione, tranne che in Spagna. Per i servizi, invece, i PMI sono positivi anche in Germania, non in Francia. La fiducia migliora marginalmente nell’Eurozona.

USA: crescita frenata. Il PIL nel secondo trimestre è stato rivisto al rialzo (+0,9% da +0,8% preliminare): hanno contribuito positivamente i consumi (+0,4%), gli investimenti (+0,2%), le esportazioni nette (+1,2%, grazie al calo dell’import), parzialmente compensati dalla contrazione delle scorte (-0,9%). A settembre, la fiducia dei consumatori si è attenuata meno del previsto (55,0 da 55,1) nonostante la brusca frenata degli occupati nel 3° trimestre (+123mila, da +249mila in media nella prima metà dell’anno).

Cina: regge l’export. Le condizioni del manifatturiero in Cina sono migliorate nel terzo trimestre (PMI a 51,2 a settembre, da 50,5). La crescita è trainata dall’export (+8,3% annuo a settembre), nonostante la contrazione delle vendite verso gli USA (-27%). Precipitano le relazioni tra i due Paesi: la Cina impone vincoli più stringenti sull’export di terre rare, gli USA alzano le tariffe sull’import di un ulteriore 100%.

Per approfondimenti si rimanda alla Congiuntura Flash di ottobre 2025

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