Conflict minerals: il Parlamento ha votato un sistema di due diligence complessivamente equilibrato.
Il 14 aprile 2015 la Commissione Commercio internazionale (INTA) del Parlamento europeo, competente per merito del Dossier, ha adottato il progetto di legge con gli emendamenti presentati dai vari gruppi politici sul sistema di certificazione richiesto per gli importatori di stagno, tantalio e tungsteno, loro minerali e oro originari di zone di conflitto e ad alto rischio, per rompere il legame tra estrazione e il commercio di minerali e metalli e il finanziamento dei gruppi armati illegali.
In particolare gli emendamenti di compromesso al testo del relatore I. Winckler (PPE), presentati congiuntamente dai gruppi PPE ed ECR, sembrano coerenti con l’impostazione della proposta originaria della Commissione europea e orientati alla definizione di un sistema complessivamente equilibrato, con obblighi di due diligence per fonderie e raffinerie. A questi ultimi viene tuttavia lasciata la scelta tra l’applicazione di un sistema di due diligence europeo e l’applicazione di un sistema riconosciuto come equivalente dalla Commissione europea.
Gli emendamenti di compromesso presentati dai gruppi S&D, GUE e Verdi mirano invece a sovvertire l’impianto della proposta della Commissione europea, introducendo obblighi di due diligence in capo a tutte le imprese, incluse le PMI che operano nella catena di fornitura dei minerali/metalli (con oneri alleggeriti per gli operatori a valle e possibilità di adesione facoltativa limitata alle microimprese).
I deputati hanno votato (i) per la certificazione obbligatoria per fonderie e raffinerie europee ovvero per gli operatori “upstream” della catena produttiva, (ii) per la concessione di un marchio rilasciato dalle singole autorità competenti degli Stati membri (“certificazione EU di responsabilità”) per le imprese che volontariamente eseguono la due diligence, (iii) il riconoscimento nel sistema dell’Unione degli altri sistemi di certificazione ai quali sono già sottoposte alcune imprese e (iv) per la definizione ampia dell’area geografica di applicazione del regolamento.
I deputati hanno, invece, respinto (i) la certificazione obbligatoria per tutti gli operatori “downstream“, come ad esempio quelli che nell’UE acquistano e utilizzano questi minerali e metalli nel processo produttivo dei telefoni cellulari, delle lavatrici, dei frigoriferi, ecc. e (ii) la proposta di estendere il campo di applicazione del regolamento per includere altri minerali e metalli.
Il testo così emendato è stato approvato con 22 voti favorevoli, 16 contrari e 2 astensioni.
“Gli emendamenti votati in Commissione INTA hanno rafforzato la proposta della Commissione, accelerando la responsabilità di fonderie e raffinerie”, ha affermato il relatore Iuliu Winkler (PPE, RO), dopo il voto.
I prossimi passi prevedono che la proposta votata in INTA sia messa al voto del Parlamento nel corso della sessione plenaria di maggio.
Per maggiori approfondimenti è possibile consultare il Comunicato stampa della Commissione INTA.