Conflict minerals: proposta di compromesso della Presidenza lussemburghese
Dopo il voto del Parlamento europeo con il quale gli eurodeputati avevano chiesto la tracciabilità obbligatoria per gli importatori di minerali da aree in conflitto, la Commissione europea ha cambiato l’impostazione della sua proposta originaria
A marzo 2014, la DG TRADE della Commissione europea ha pubblicato la sua proposta legislativa per la creazione di una strategia di “responsible trading” per i minerali provenienti da zone di conflitto. La proposta comprendeva un progetto di regolamento per la creazione di un sistema di due diligence nella catena di approvvigionamento per gli importatori di Tantalio, Stagno, Tungsteno e Oro, sul modello del sistema statunitense.
A maggio 2015, il Parlamento ha votato in prima lettura la relazione dell’On. Winkler (PPE, Romania) della Commissione commercio (INTA).
Rispetto al testo proposto dalla Commissione, le principali modifiche sono:
- l’istituzione di un sistema europeo di certificazione (e non più di autocertificazione) per le imprese dell’UE che utilizzano i 4 minerali nella fabbricazione di prodotti di consumo
- l’introduzione di processi di due diligence, conformemente alle disposizioni del regolamento e alle linee guida OCSE per tutti gli importatori dell’Unione di questi quattro minerali che si approvvigionano da zone di conflitto e ad alto rischio
- l’introduzione di una distinzione fra i ruoli delle imprese situate a monte e quelle a valle della catena di approvvigionamento, prevedendo obblighi di due diligence differenziati in base alle attività, alle dimensioni e alla posizione dell’impresa all’interno della catena di approvvigionamento
- per le imprese a valle, l’adozione di tutte le misure ragionevoli per identificare e affrontare i rischi nella loro catena di approvvigionamento dei quattro minerali e l’informazione delle loro prassi di due diligence per un approvvigionamento responsabile
- per le fonderie e le raffinerie con sede nell’UE, l’obbligo di applicare il sistema di due diligence europeo o un sistema riconosciuto come equivalente dalla Commissione europea
- gli importatori di metalli fusi e raffinati certificati come “importatori responsabili” sono esentati dalla realizzazione di audit affidati a soggetti terzi indipendenti a patto che dimostrino di approvvigionarsi da fonderie e raffinerie che rispettano il regolamento UE
- la conferma dell’esclusione dei metalli riciclati dall’ambito di applicazione del regolamento e viene fornita la definizione di “metalli riciclati”
- la previsione di un periodo di transizione di due anni a partire dall’entrata in vigore del regolamento per la sua applicazione. Durante questo periodo transitorio, la Commissione europea è tenuta a presentare una proposta legislativa sulle misure di accompagnamento volte, fra le altre cose, a sostenere, anche tramite incentivi, le imprese, soprattutto PMI, per facilitare l’ottemperanza al regolamento
- l’adozione e la pubblicazione da parte del la Commissione europea di un elenco degli importatori responsabili e un elenco delle fonderie e raffinerie responsabili.
Lato Consiglio, dopo il voto di maggio del Parlamento europeo, la Presidenza lussemburghese ha presentato un nuovo testo di compromesso sui “conflict minerals”.
Il testo sembrerebbe incorporare la nuova posizione della Commissione europea che, probabilmente per venire incontro alle istanze del PE, pare abbia optato in favore di un sistema obbligatorio per tutti gli importatori europei di stagno, tantalio, tungsteno e oro.
Tuttavia su questa nuova proposta sembra non esserci consenso fra gli Stati Membri, essendo originariamente a favore di un regime volontario di autocertificazione.
La nuova proposta, le varie posizioni degli Stati Membri e l’iter legislativo da seguire verranno discussi nelle prossime riunioni del Gruppo Questioni commerciali in seno al Consiglio.