Ecobonus, attivati 292,7 mld € di investimenti dal 1998
I dati del dossier realizzato dal Servizio Studi di Montecitorio e di Cresme
Negli ultimi vent’anni gli incentivi fiscali per il recupero edilizio e la riqualificazione energetica hanno riguardato 17,8 milioni di interventi, eseguiti su più del 57% delle abitazioni italiane stimate dall’Istat (31,2 milioni). Dal 1998 le misure hanno attivato investimenti pari a 292,7 miliardi di euro. Questi i dati contenuti nel dossier “Il recupero e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio: una stima dell’impatto delle misure di incentivazione” del Servizio Studi di Montecitorio e Cresme.
Lo studio aggiorna i rapporti sulle detrazioni fiscali di settore pubblicati tra 2013 e 2017. Il dato a consuntivo per il 2017 indica investimenti pari a 28.106 milioni di euro veicolati dal volano degli incentivi; 3.724 mln di euro per la riqualificazione energetica e 24.382 di euro per il recupero edilizio. Per il 2018 previsioni positive sulla base delle dinamiche registrate nei primi otto mesi dell’anno, che indicano un volume di spesa superiore al 2017: 28.587 mln di euro, di cui 3.549 mln di euro per la riqualificazione energetica e 25.038 mln di euro per recupero edilizio.
Il dossier fornisce anche un’analisi territoriale e delinea un maggiore utilizzo degli incentivi nelle regioni del Nord e del Centro rispetto a quelle del Mezzogiorno. Gli investimenti veicolati dalle misure di incentivazione fiscale hanno “un rilevante impatto” anche sull’occupazione: 426.745 lavoratori nel 2018, dei quali 284.497 diretti e 142.248 nell’indotto. Importante, in questa analisi, è il calcolo dell’effetto sulle finanze pubbliche delle politiche di incentivazione. Tra 1998 e 2018, secondo Cresme, si contano minori introiti dovuti alla defiscalizzazione per 137,3 mld di euro, un gettito fiscale e contributivo (in base alla legislazione vigente) per i lavori svolti pari a 110,8 mld di euro, con un saldo totale negativo in venti anni di 26,5 mld di euro. Lo Stato incassa però i proventi spettanti nell’anno di esecuzione dei lavori e distribuisce le detrazioni fiscali (il mancato gettito) nell’arco dei successivi dieci anni, l’introduzione di ulteriori elementi di natura finanziaria basati sull’attualizzazione dei valori precedentemente esposti modificherebbe il saldo generando un risultato negativo in venti anni di 2,6 miliardi di euro.
Dal dossier emerge anche un ulteriore approfondimento che prende in considerazione, da un lato, i minori introiti per lo Stato legati agli interventi di efficientamento energetico (minori imposte sui consumi di energia) e, dall’altro, la quota di gettito derivante dai consumi e dagli investimenti mobilitati dai redditi aggiuntivi dei nuovi occupati. Questo determina un saldo positivo per le case pubbliche di 8,8 mld di euro. Infine, allargando il campo della valutazione a tutti gli attori (Stato, famiglie e imprese), si delineerebbe un saldo positivo per il sistema Paese valutabile in oltre 23,5 mld di euro.