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Reclutamento di laureati e diplomati e rapporto con le istituzioni scolastiche – prima indagine ANIE Education (indagine realizzata ad aprile 2013)

Il quadro che emerge dalle risposte dei soci consente di affermare innanzitutto che anche per la qualità delle risorse umane impiegate (percentuale di laureati e diplomati sul totale dei dipendenti e percentuale di ingegneri assorbiti dalle imprese sul totale dei laureati annualmente in ingegneria delle università italiane), ANIE rappresenta la “casa delle tecnologie” e un importante bacino di assorbimento di risorse qualificate.

  • Si stima che tra le imprese socie i laureati rappresentino il 20-25% della forza lavoro totale con nuovi ingressi, registrati negli anni recenti, nell’ordine delle 3.000 unità per anno e stimati per il 2013 nonostante la difficile situazione, in circa 2.000 unità.
  • Di questi,  il 70% possiede una laurea in ingegneria (ciò significa che circa il 10% dei laureati in ingegneria che escono annualmente dalle università italiane  entrano nel sistema delle azienda ANIE). Nell’ordine: elettronica (23,73%), elettrica (22,93%), meccanica (17,87%), altre (5,6%).
  •  Il livello di specializzazione richiesto dal 62% delle aziende è quello magistrale.
  • I diplomati si stima rappresentino circa un terzo della forza lavoro attuale, con evidenti importanti  differenze tra un’azienda e l’altra.
  • I nuovi ingressi, numericamente inferiori a quelli dei laureati, provengono per oltre il 41% da istituti tecnico-tecnologici ad indirizzo elettronico/elettrotecnico e un ulteriore 25% da istituti professionali.
  • Non sembrano esserci particolari difficoltà nel reperimento né di laureati né di diplomati salvo che per gli ingegneri elettrici (il 58% delle risposte definiscono “difficile” o “molto difficile” trovarli).

Anche per quanto concerne le modalità di ingresso in azienda il comportamento per laureati e diplomati è analogo: nella quasi totalità dei casi avviene attraverso stages, contratti a tempo determinato o apprendistato.

Le carenze formative maggiormente riscontrate dagli imprenditori non riguardano le competenze tecnico-scientifiche quanto piuttosto l’assenza di competenze trasversali (capacità di adattamento alle esigenze aziendali, flessibilità, propensione comunicativa e relazionale, orientamento al risultato) la scarsa o nulla conoscenza del mondo del lavoro e l’altrettanto scarsa conoscenza delle lingue straniere. Questo vale tanto per i neolaureati che per i neodiplomati.

Infine, soltanto poche aziende, soprattutto le grandi, dichiarano di avere rapporti strutturati di collaborazione con le università in materia di formazione. Si tratta soprattutto di stage per studenti italiani, di ospitalità e supporto per la realizzazione di tesi di laurea, partecipazione a career day. Praticamente tutte le aziende che hanno tali rapporti considerano l’esperienza cumulata come decisamente positiva.

Circa la metà delle imprese indica di avere rapporti strutturati con Istituti Tecnici, spesso attraverso la forma dell’alternanza scuola/lavoro.