ambiente energia

Gli immobili in classe energetica E (o meno) hanno perso l’8% del loro valore in 5 anni

Analisi di Immobiliare.it sull’efficienza energetica degli immobili italiani.

Il caro bollette ha evidenziato l’importanza della classe energetica comparto immobiliare. Stando ai dati di Immobiliare.it Insights, la business unit specializzata in studi di mercato, la situazione a livello di efficienza energetica delle abitazioni degli italiani è piuttosto critica.

Andando ad analizzare lo stock degli immobili in vendita, il 76% è attualmente a bassa efficienza energetica (classe E o inferiore), in aumento di quasi il 10% rispetto a 5 anni fa. L’11% si qualifica come ad elevata efficienza (classe A o superiore) e solitamente si tratta di edifici di nuova costruzione.

Rispetto al 2017 si è verificata un’impennata di quasi il 70% di case in classe A dovuta, non solo al proliferare di edifici “green” o riqualificati, ma anche alla difficoltà di vendere immobili di questo genere a causa dei costi elevati. È invece la categoria media (dalla B alla D) l’unica ad aver ridotto nel tempo la sua presenza sul mercato italiano: quasi un -30% negli ultimi 5 anni, rappresentando ora il 13% dell’offerta. Si tratta infatti della più appetibile dagli acquirenti e di quella più facilmente efficientabile.

Chi nel 2017 ha deciso di investire in una casa in classe E (o meno), probabilmente attirato dal prezzo conveniente, ha visto il proprio immobile perdere di valore, passando dai quasi 2.000 euro al metro quadro di media a poco più di 1.800, una flessione dell’8%. Le abitazioni in classe A, al contrario, si sono rivalutate del 2% in cinque anni, comunque meno di quanto abbiano fatto quelle in classe media che hanno conosciuto un aumento di valore del 5%, passando da 2.073 euro al metro quadro a 2.168. Cinque anni fa il prezzo al metro quadro degli immobili a media efficienza superava quello delle abitazioni non efficienti solo del 5% ma era più economico rispetto agli immobili super green di oltre il 20%. Le classi dalla B alla D hanno rappresentato quindi un buon investimento sul medio periodo. È anche interessante notare come lo scarto percentuale tra il prezzo della classe alta rispetto a quella media si sia ridotto di 2 punti percentuali negli ultimi 5 anni (passando dal 21% al 19%), mentre con la classe bassa la forbice del prezzo è aumentata di ben 7 punti percentuali (passando dal 25% al 32%).

L’analisi si è inoltre concentrata nel calcolo della spesa relativa al consumo annuo di gas per l’immobile tipo considerato (trilocale, 100 mq) nelle differenti aree del Paese, prendendo come riferimento quanto comunicato a livello trimestrale dall’ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambienti. È al Nord dove si spende di più in bassa efficienza: 1.964 euro/anno al Nord-Ovest e 1.803 al Nord-Est. Nel resto del Paese l’esborso si aggira sui 1.400 euro/anno. In alta efficienza, invece, i costi maggiori si registrano al Sud e nelle Isole (892 euro/anno e 852 euro/anno). Al Centro ci si aggira sui 700 euro/anno, mentre al Nord si rimane tra i 600 euro/anno della parte Est e i 500 euro/anno di quella Ovest.

È chiaro, dunque, come nel Nord del Paese si arrivi ad avere un reale risparmio sulle bollette – da 3 a 4 volte meno – grazie ad una maggiore efficienza energetica degli immobili. Al Centro con una casa in classe elevata si spende circa la metà. Mentre al Sud e nelle Isole una bassa efficienza energetica porta a spendere in consumi circa il 60% in più all’anno.