Il PIL italiano cresce più del previsto: livelli pre-crisi già a metà 2022
La ripresa sarà trainata dagli investimenti in costruzioni e dagli investimenti strumentali.
Secondo l’istituto di ricerca Prometeia, migliorano le stime di crescita del PIL italiano nel 2021. Dovrebbe crescere infatti del 5,3% rispetto al 4,7% previsto a marzo, e più del tasso di crescita medio previsto per l’Eurozona stimato al 4,3%. Dopo il recupero dei livelli pre-crisi, previsti già per la metà del 2022, l’economia potrebbe tornare a crescere nei due anni successivi in media a oltre il 2% l’anno, ritmi doppi a quelli che hanno caratterizzato i 10 anni precedenti.
Il merito dell’accelerazione viene attribuito al PNRR con i suoi 205 miliardi, a cui vanno aggiunti i 30 miliardi del fondo complementare, spalmati su un arco temporale di cinque anni. Un effetto espansivo sul PIL che raggiunge il 2,5% nell’arco del piano al 2026, impatto inferiore di circa 1 punto percentuale rispetto allo scenario adottato come riferimento nel PNRR.
La ripresa sarà trainata dagli investimenti in costruzioni e dagli investimenti strumentali. Sarà invece più graduale il ritorno agli stili di vita pre-crisi per le famiglie, a causa di una possibile maggior disoccupazione.
Il rapporto attribuisce alla crisi pandemica l’incremento delle materie prime, che gradualmente tenderanno a rientrare, con l’eccezione dei metalli. La transizione energetica ha come conseguenza un incremento del fabbisogno di rame, alluminio, nickel, cobalto, terre rare e altri metalli utilizzati nel processo di decarbonizzazione. I prezzi di queste materie prime sono quindi destinati a rimanere su livelli medi più alti rispetto al passato.
Infine gli analisti prevedono nella fase post pandemica l’attuazione di politiche di rientro dell’indebitamento e, a livello europeo, la ridefinizione delle regole del Patto di Stabilità.