La strategia geopolitica degli Stati Uniti nel settore dei semiconduttori e il caso di Intel
L’acquisizione da parte del governo statunitense di una partecipazione del 9,9% in Intel, pari a 8,9 miliardi di dollari, rappresenta un punto di svolta nella politica industriale americana. Si tratta di un intervento diretto che va oltre i tradizionali incentivi pubblici e segna l’inizio di un modello in cui lo Stato assume un ruolo attivo come investitore nei settori strategici, in particolare in quello dei semiconduttori, considerato oggi essenziale.
Questa decisione rientra nel quadro più ampio del CHIPS and Science Act e di altri programmi federali mirati a garantire autonomia tecnologica e sicurezza nazionale. Attraverso questa partecipazione il governo assicura accesso al capitale per sostenere lo sviluppo della produzione nazionale, evitando al contempo un intervento diretto nella governance aziendale.
L’eliminazione delle clausole di restituzione e condivisione degli utili previste in precedenti versioni del CHIPS Act riflette un cambio di approccio: si passa da una logica di incentivo condizionato a un modello di partenariato pubblico-privato più stabile e orientato al lungo termine. Questa linea d’azione mira a rafforzare la resilienza della filiera dei semiconduttori negli Stati Uniti, riducendo la dipendenza da fornitori esteri e rispondendo in modo diretto alle ambizioni tecnologiche di altri attori globali, in primis la Cina.
Le recenti politiche commerciali, tra cui l’introduzione di dazi del 100% sui chip importati, si inseriscono in questa strategia di rafforzamento della capacità produttiva nazionale, che include anche ingenti investimenti infrastrutturali e la promozione della produzione di chip avanzati sul territorio statunitense. L’obiettivo è assicurare che le tecnologie critiche per l’intelligenza artificiale, la difesa e l’industria rimangano sotto controllo americano.
In un contesto geopolitico sempre più competitivo, la scelta del governo statunitense di intervenire direttamente nel settore dei semiconduttori evidenzia una nuova visione di politica industriale, in cui la guida tecnologica non dipende più esclusivamente dal mercato, ma assume un ruolo centrale nelle sicurezza nazionale e negli interessi strategici.
Fonte: AInvest