Nexperia, la crisi dei chip e i rischi per la produzione: sfide e strategie per l’automotive europeo
L’industria automobilistica dipende dai semiconduttori, essenziali soprattutto per la progettazione delle vetture elettriche. Tra il 2020 e il 2022, la carenza di semiconduttori ha evidenziato la vulnerabilità delle catene di fornitura: la produzione è diminuita, generando perdite significative per i costruttori europei, sudcoreani e statunitensi. Il caso Nexperia mostra come il rafforzamento degli obiettivi industriali della Repubblica Popolare Cinese, in linea con il programma Made in China 2025, possa incidere sul controllo tecnologico europeo e sulla resilienza dell’automotive, sollevando interrogativi in termini di sicurezza economica e autonomia strategica.
La produzione di semiconduttori è concentrata negli Stati Uniti, in Europa e nell’Asia-Pacifico, che domina la produzione globale, coprendo oltre il 70% della capacità installata di fabbricazione di chip. Nel 2024, la Cina ha prodotto circa il 19% dei semiconduttori mondiali, seguita da Corea del Sud (17%) e Giappone (15,5%). Dal 2022, gli Stati Uniti, con l’adozione del Chips and Science Act, hanno incrementato gli investimenti nel settore dei semiconduttori, raggiungendo entro il 2024 una produzione di circa 3,1 milioni di wafer al mese, pari a circa il 10% della capacità globale. Negli stessi anni, l’Unione Europea è diventata sia un grande importatore di semiconduttori – in particolare per il settore automotive – sia un produttore relativamente limitato, con circa 2,7 milioni di wafer al mese, corrispondenti al 9% della capacità globale.
Nel contesto di progettazione e produzione di auto elettriche, i semiconduttori sono passati da un input marginale a un fattore strategico, con un aumento senza precedenti sia del numero di chip sia del loro valore per vettura; sono infatti questi componenti a determinare costi, prestazioni e competitività industriale. Garantire forniture sicure, affidabili e a prezzi accessibili è essenziale per sostenere la transizione elettrica e la leadership europea.
La Cina, approvando il programma Made in China 2025, che impone ai produttori automobilistici locali di aumentare l’impiego di semiconduttori cinesi, ha introdotto una strategia per ridurre progressivamente la dipendenza tecnologica dell’apparato industriale nazionale dalle importazioni estere.
In Europa, l’adozione nel 2023 dell’European Chips Act ha rappresentato il tentativo di rafforzare il comparto industriale dei semiconduttori, mobilitando oltre 43 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati fino al 2030, con l’obiettivo di sostenere la progettazione e la fabbricazione di nuovi chip. Nonostante questi sforzi, la capacità produttiva europea rimane inferiore al 10% della produzione globale, rendendo i costruttori automobilistici dell’EU sensibili alle variazioni nelle catene di approvvigionamento estere. La forte dipendenza da fornitori ad alto volume come Nexperia, fondamentale per il controllo della potenza, l’elettronica di carrozzeria e i sistemi di sicurezza, rende infatti l’industria automotive UE vulnerabile.
I rischi per l’industria automobilistica europea sono sia economici che strategici: la forte dipendenza da fornitori extra-UE di semiconduttori espone i costruttori a possibili interruzioni della produzione e alla perdita di competitività sui mercati globali. Per tutelare la sovranità industriale e tecnologica dell’Unione Europea è quindi cruciale accelerare gli investimenti nella produzione europea di semiconduttori per l’automotive e rafforzare l’allineamento tra politica industriale e catene di fornitura.
Fonte: La Gazzetta dello Sport