
Osservatorio Sistemi di Accumulo – Marzo 2025
Storage Energetico in crisi nel primo trimestre 2025. Gli Utility Scale non bastano a salvare il mercato. ANIE chiede neutralità tecnologica nel meccanismo MACSE.
Il settore dei sistemi di accumulo abbinati al fotovoltaico registra un netto rallentamento nel primo trimestre del 2025, con un calo del 44% nelle installazioni di sistemi con capacità inferiore ai 20 kWh rispetto allo stesso periodo del 2024. Questi i dati che emergono dall’aggiornamento del report “Osservatorio Sistemi di Accumulo” di ANIE Federazione aderente a Confindustria che presenta il trend delle installazioni di energy storage in Italia registrati dal sistema Gaudì di Terna al 31 marzo 2025. A questa situazione si aggiunge la crescente preoccupazione di ANIE Federazione riguardo al possibile mancato rispetto del principio di neutralità tecnologica nel nuovo meccanismo d’asta MACSE proposto da Terna, che distingue tra sistemi di pompaggio idroelettrico e altri sistemi di storage. Secondo ANIE, questa separazione rischia di penalizzare le batterie, attualmente la tecnologia più diffusa e competitiva, compromettendo così lo sviluppo di un settore già in difficoltà.
ANALISI DI MERCATO NEL 2025
Nel primo trimestre del 2025, il settore degli accumuli elettrochimici associati al fotovoltaico con capacità inferiore ai 20 kWh registra un netto rallentamento rispetto allo stesso periodo del 2024: -44% in termini di unità installate, -48% in capacità complessiva e -43% in potenza. Questo calo si somma alla dinamica negativa già osservata nella seconda metà del 2024, dopo la fine del superbonus e il ridimensionamento del settore residenziale. Anche il segmento C&I (Commercial&Industrial) continua a registrare una contrazione significativa: -66% in numerosità, -55% in capacità e -40% in potenza, sempre rispetto al primo trimestre 2024. Il comparto Utility Scale di media taglia (tra 1 e 10 MWh) mostra una dinamica positiva con riferimento al numero di installazioni (+267%), pur a fronte di una leggera flessione della capacità installata (-2%) e un calo della potenza (-36%), indice di una maggiore frammentazione dei progetti in questa fascia.
In controtendenza, il segmento Large Utility Scale (oltre 10 MWh) continua a crescere con decisione: +200% in numerosità, +15% in capacità e +61% in potenza, segnalando un incremento del numero di impianti di grande taglia e una spinta decisa verso progetti di scala sempre maggiore. La crescita di questo segmento è fortemente legata ai meccanismi d’asta promossi da Terna. Finora, il Capacity Market ha rappresentato lo strumento principale di sostegno agli impianti di accumulo, ma ora l’attenzione del settore si concentra sul MACSE la cui prima asta è prevista per settembre 2025. Si tratta di una grande opportunità per i sistemi di stoccaggio elettrico e, in particolare, per i BESS (Battery Energy Storage Systems) che nell’ultima asta del Capacity Market hanno fornito segnali di prezzo molto interessanti: la tariffa aggiudicata da un BESS di nuova costruzione, infatti, è stata identica a quella aggiudicata da una centrale termoelettrica a gas esistente. Nel frattempo, Terna ha avviato una consultazione pubblica sul metodo di calcolo dei fabbisogni per le aste successive, a partire da quella con consegna 2028, ipotizzando una suddivisione in due segmenti distinti: uno riservato ai sistemi di pompaggio idroelettrico, nuovi ed esistenti; ed uno dedicato ai soli nuovi sistemi di stoccaggio elettrico delle altre tecnologie, ivi incluse quelle dell’elettrochimico.
“Tale scelta – afferma Raffaello Teani, Presidente del Gruppo Sistemi di Accumulo di ANIE Federazione – introdurrebbe una disparità tra tecnologie in grado di soddisfare le esigenze di sistema definite da Terna e che dovrebbero, pertanto, competere sullo stesso piano. Il principio della neutralità tecnologica è essenziale, per promuovere l’innovazione, garantire l’accesso al mercato a tutte le soluzioni valide e assicurare un approvvigionamento di prestazioni a costi contenuti per il sistema elettrico.”
Non sussistono per l’Associazione motivazioni sufficienti per separare il fabbisogno tra i sistemi di pompaggi idroelettrici e quelli di accumulo elettrochimici. Sebbene i BESS abbiano caratteristiche diverse rispetto agli accumuli inerziali come i pompaggi, che invece non sono in grado di fornire servizi di regolazione ultrarapida di frequenza, ANIE sottolinea che ai BESS vengono richiesti una serie di servizi di rete in grado di offrire un contributo assimilabile a quello dei pompaggi, come l’inerzia sintetica, la potenza di cortocircuito e il black start.
Esistono già esperienze concrete all’estero in cui i BESS hanno dimostrato di poter fornire servizi di grid forming affidabili anche in condizioni critiche di sistema. Inoltre, l’Allegato A.79 del Codice di rete di Terna prevede già che i BESS forniscano tali servizi, l’evoluzione tecnologia poi consentirà in futuro di migliorarne le caratteristiche e di idearne di nuovi.
Separare i fabbisogni rischierebbe, quindi, di compromettere la competitività dell’asta dei pompaggi, generando maggiori costi di sistema, considerato che le batterie rappresentano oggi la soluzione economicamente più vantaggiosa. Il forte sviluppo dei progetti BESS favorirà un’ulteriore riduzione dei costi nelle future procedure MACSE, a differenza dei progetti di pompaggio, attualmente poco numerosi.
Peraltro, la struttura del MACSE si è finora basata su questo principio di neutralità tecnologica: modificarla potrebbe richiedere una nuova notifica del meccanismo alla Commissione Europea.
ANIE considera necessaria, invece, una distinzione tra impianti esistenti e nuovi nella definizione dei relativi premi a causa della differente struttura di prezzo. Tale distinzione, tuttavia, non dovrà basarsi su differenze tecnologiche, ma unicamente sul diverso profilo economico degli investimenti. Gli impianti già esistenti, infatti, con costi d’investimento più bassi, potrebbero accedere a un premio ridotto, in linea con una logica di contenimento della spesa pubblica e di efficienza allocativa delle risorse.
ANALISI DATI CUMULATI A MARZO 2025
Alla fine del primo trimestre 2025 risultano installati complessivamente 775.144 Sistemi di Accumulo (SdA) in Italia, per una potenza complessiva di 5.914 MW e una capacità massima di 13.682 MWh.
La tecnologia al Litio continua a dominare il mercato, rappresentando il 99,7% del totale dei sistemi installati. La quasi totalità degli SdA (92%) appartiene alla fascia inferiore ai 20 kWh, con una netta prevalenza dei sistemi tra 10 e 15 kWh (37%) e tra 5 e 10 kWh (36%). Anche in termini di potenza, il 99% dei sistemi ha una taglia inferiore ai 20 kW, con il 92% sotto i 10 kW, confermando la predominanza del segmento residenziale.
Per quanto riguarda la configurazione impiantistica, il 95% degli SdA è installato “lato produzione”, mentre il restante 5% è “lato post produzione”.
La quasi totalità degli SdA (99,9%) è abbinata a impianti fotovoltaici e di questi il 98,9% è di tipo residenziale.
A livello regionale, la Lombardia si conferma al primo posto per numero di sistemi installati, con 133.918 SdA, per una potenza complessiva di 902 MW e una capacità di 1.892 MWh. Seguono il Veneto, con 93.669 sistemi (639 MW di potenza e 1.484 MWh di capacità), e l’Emilia-Romagna, con 71.948 sistemi (557 MW di potenza e 1.414 MWh di capacità).
ANALISI DATI 2025
Nel primo trimestre del 2025 si registrano 39.894 nuove installazioni di sistemi di accumulo, per una potenza complessiva di 316 MW e una capacità di 636 MWh. Rispetto al primo trimestre del 2024 il calo è generalizzato:
- -44% nel numero di impianti
- -43% in potenza
- -48% in capacità.
Analizzando la tipologia di configurazione, si conferma il trend degli ultimi anni: il 98% delle installazioni si colloca “lato produzione”, soprattutto tra gli impianti accoppiati al fotovoltaico nel residenziale; mentre la configurazione “lato post produzione” rappresenta solo il 2% delle installazioni in termini numerici. Tuttavia, osservando la distribuzione per potenza e capacità, il quadro cambia sensibilmente: il 61% della potenza e ben il 78% della capacità appartengono alla configurazione “lato post produzione”, a testimonianza della maggiore dimensione media di questi impianti. La configurazione “lato produzione” copre invece il 39% della potenza e il 22% della capacità.
Dal punto di vista territoriale, tutte le regioni italiane registrano un calo nel numero di installazioni rispetto allo stesso periodo del 2024. Un dato analogo si rileva anche per capacità e potenza, ma con due eccezioni:
- Abruzzo: +38% della potenza installata e + 56% in capacità, grazie alla connessione di due impianti nella provincia di Chieti da 16,5 MWh e 6,45 MW rispettivamente.
- Lazio: +68% in potenza e +126% in capacità, trainato dalla realizzazione di un impianto stand-alone da 35 MW e 104 MWh, tra i più rilevanti installati nel trimestre a livello nazionale.
ANALISI CONGIUNTURALE
Nel confronto con il trimestre precedente, i primi tre mesi del 2025 evidenziano una contrazione significativa delle installazioni: -46% nel numero di impianti, -36% in potenza e -41% in capacità. Si tratta di performance negative in linea con l’analisi tendenziale. Questo brusco rallentamento è in parte attribuibile alla progressiva concentrazione del mercato attorno ai grandi impianti. Inoltre, la riduzione del segmento residenziale ha reso il settore molto più volatile, con andamenti altalenanti legati all’effettiva realizzazione dei grandi progetti. Una dinamica già nota nel comparto delle energie rinnovabili, con cui il settore dello storage condivide caratteristiche e tendenze evolutive.