Presentato in Parlamento uno Studio su “L’impatto del TTIP sui mercati europei dell’energia e le industrie di trasformazione”.
Il 21 gennaio 2015, durante la riunione della Commissione Ricerca, industria ed energia (ENVI) del Parlamento europeo, è stato presentato lo Studio della società di consulenza, Triple Consulting, commissionato dallo stesso Parlamento, su “L’impatto del TTIP sui mercati europei dell’energia e le industrie di trasformazione”.
Ricordiamo che l’UE sta negoziando un accordo per il commercio e gli investimenti (Transatlantic Trade and Investment Partnership, c.d. TTIP), con gli Stati Uniti, attraverso un mandato che i governi degli Stati Membri hanno dato alla Commissione europea nel 2013.
Con l’accordo, si vogliono raggiungere, in estrema sintesi, i seguenti obiettivi:
- l’apertura del mercato statunitense alle imprese europee,
- la riduzione della burocrazia che le imprese devono affrontare durante l’esportazione
- l’individuazione di nuove regole per rendere più agevole l’import-export e l’investimento all’estero.
Il TTIP si inserisce in una più ampia politica europea che si trova ad affrontare grandi sfide, come il rilancio dell’economia degli Stati Membri, la soluzione di conflitti con i Paesi vicini ai confini europei, l’adattamento alle altre economie emergenti e il mantenimento di una leadership europea nel resto del mondo.
Uno studio indipendente e i passati accordi commerciali stipulati dall’UE, portano a ritenere che il TTIP avrebbe dei vantaggi in termini di :
- creazione di posti di lavoro e in generale alla crescita dell’UE;
- riduzione dei prezzi e ad una maggiore scelta dei prodotti presenti sul mercato;
- maggiore influenza sulle regole del commercio mondiale, proiettando i valori europei a livello globale, salvaguardando al contempo gli standard elevati per i prodotti importati nell’UE in termini di sicurezza e protezione della salute delle persone e del rispetto dell’ambiente.
Fatta questa breve premessa sul contesto del TTIP, lo Studio presentato dal relatore K. Rademaekers ha individuato in primo luogo gli ostacoli per l’accesso al mercato americano da parte delle imprese energetiche e manifatturiere europee.
Per quando riguarda il settore dell’energia, è risultato che il principale ostacolo per l’accesso al mercato americano da parte delle produzioni europee sia rappresentato non tanto da barriere tariffarie (che sono basse o assenti come nel caso del carbone) ma da quelle non tariffarie (NTMs), costituite dai costi e dagli oneri per le imprese legati alle difformità delle misure regolamentari per la conformità o meno dei prodotti e degli standard di sicurezza per la tutela della salute e dell’ambiente.
Pertanto, il problema si risolverebbe sostanzialmente con l’eliminazione dei requisiti di contenuto locale (LCR, normative che prevedono l’acquisto o l’utilizzo in loco di beni prodotti in una data area geografica, in modo da favorire le imprese del posto) che permetterebbero di incrementare il commercio di tecnologie di energia rinnovabile, e una progressiva armonizzazione delle legislazioni sulla certificazioni dei prodotti energetici, senza necessariamente un abbassamento degli standard di qualità e sicurezza (come ad esempio nel caso della normativa Ecodesign).
Per quanto riguarda il settore manifatturiero, lo Studio di impatto ha sottolineato, come anche in tale settore, le tariffe siano generalmente basse, e che quasi l’80% dei benefici derivanti dell’applicazione del TTIP deriverebbe dall’eliminazione delle barriere non tariffarie (NTMs).
Relativamente al mercato del lavoro nel settore energetico e manifatturiero, lo Studio ha evidenziato come l’impatto del TTIP in tale ambito sarebbe limitato, tenendo presente che il mercato degli Stati Uniti è più competitivo rispetto a quello europeo sotto il profilo del costo del lavoro e dell’energia a discapito però delle competenze, dell’efficienza energetica e dell’innovazione.
Una riflessione particolare viene dedicata alle imprese che investono in innovazione, sulle quali il TTIP potrebbe avere un impatto. In particolare, le aziende con elevati costi di ricerca e sviluppo potrebbero trarre profitto dall’accesso a mercati più grandi mentre ciò potrebbero comportare un rischio sotto il profilo della tutela dei diritti di proprietà intellettuale.
Le conclusioni dello Studio sull’impatto del TTIP le sono le seguenti:
- per quanto riguarda il settore dell’energia, i vantaggi in termini di sicurezza di approvvigionamento e di riduzione di prezzi e dell’energia potrebbero essere inferiori a quelli auspicati, mentre i benefici per le energie rinnovabili potrebbero essere ottenuti attraverso il TTIP in seguito all’eliminazione dei requisiti di carattere locale;
- per quando riguarda il settore manifatturiero, è previsto un piccolo impatto positivo sotto il profilo dell’innovazione e del mercato del lavoro del settore.
Va segnalato che, nell’elaborazione delle conclusioni, lo Studio ha anche preso in considerazione due aspetti controversi: (i) il rapporto costi-benefici del TTIP sulla legislazione dell’UE che ha standard di certificazione più elevati (ad es. nel caso della normativa REACH), (ii) il meccanismo della risoluzione delle controversie tra investitore e Stato (Investor-state dispute settlement, ISDS).
L’ISDS è stato introdotto nel Trattato di Lisbona ed è attualmente utilizzato in base alle disposizioni del Trattato sulla Carta dell’energia (ECT). Se venisse incluso nel TTIP, l’ISDS potrebbe farsi che le politiche ambientali vengano contestate da compagnie energetiche internazionali nello stesso luogo dove hanno effettuato i loro investimenti.
Alla luce di quanto è emerso dallo Studio, sembrerebbe, quindi, che il TTIP non avrebbe un particolare impatto sul mercato delle imprese energetiche e manifatturiere europee, se non in termini generali di un potenziale aumento degli scambi commerciali con i paesi terzi e dell’adozione di standard più elevati da parte di questi ultimi.
Per maggiori approfondimenti è possibile contattare l’Osservatorio Europa all’indirizzo di posta elettronica: europa@anie.it.
Nel frattempo, è possibile consultare in allegato lo Studio sull’impatto del TTIP sul mercato dell’energia e sulle industrie manifatturiere.