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Pubblicata la Relazione Finale della Commissione sullo sviluppo dell’SRI

La Commissione Europea ha pubblicato in data 22 settembre la relazione finale relativa agli studi tecnici condotti sull’implementazione dello Smart Readiness Indicator.

La Commissione Europea (DG ENERGIA) ha commissionato due studi con l’obiettivo di fornire supporto tecnico alla discussione su una metodologia comune e di attuazione dell’SRI. I risultati, resi disponibili in data 22 settembre, sono strutturati per supportare l’istituzione dell’SRI da parte della Commissione e degli Stati membri e per gestire lo sviluppo degli atti delegati e di esecuzione, in conformità con le disposizioni della Direttiva EPBD. Il primo studio ha proposto una definizione e una metodologia per l’SRI. Il secondo studio ha sviluppato le conoscenze disponibili per affinare e finalizzare la definizione dell’SRI e la metodologia di calcolo associata. Entrambi gli studi sono stati condotti in stretta collaborazione con gli stakeholder e si è osservato un ampio consenso su principi chiave e scelte metodologiche. Una versione beta della metodologia è stata testata su base volontaria con 112 valutazioni condotte in tutta l’UE. Questo ha fornito una conferma della fattibilità dell’approccio e ha portato a ulteriori miglioramenti della metodologia consolidata. Gli studi hanno esaminato inoltre varie opzioni di attuazione e i potenziali impatti associati.

Il final report del secondo studio integra quanto emerso nel primo e presenta in particolare:

  • la proposta di calcolo per l’SRI e i suoi principali componenti, inclusi i cataloghi di servizi considerati nell’implementazione del metodo A o del metodo B
  • una proposta di fattori di “peso” per l’analisi multicriterio a livello di impatto e dominio
  • suggerimenti sulle procedure di valutazione SRI
  • suggerimenti sui percorsi di implementazione dell’SRI
  • risultati dell’analisi dell’impatto dell’SRI a livello dell’UE

Lo studio ha quantificato costi e benefici dell’attuazione di un SRI nel settore edile dell’UE per l’arco temporale fino al 2050. L’analisi rivela che la diffusione dell’SRI nell’UE sarebbe fortemente vantaggiosa, con i maggiori benefici derivanti dal collegamento delle valutazioni SRI alle valutazioni della certificazione energetica (EPC) degli edifici, o ai requisiti dell’articolo 8 della EPBD. L’SRI potrebbe infatti portare a un risparmio energetico finale superiore al 5% entro il 2050, sbloccare investimenti per 181 miliardi di euro in 30 anni ed evitare ogni anno fino a 32 milioni di tonnellate di emissioni di gas serra.