Un anno dal Rapporto Draghi
Lo scorso 16 settembre la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il Professore Mario Draghi hanno aperto una conferenza di alto livello per esaminare i progressi della Commissione nell’attuazione delle raccomandazioni contenute nel rapporto Draghi. I due interventi si sono focalizzati sull’urgenza di accelerare la transizione energetica e digitale in Europa, sottolineando le sfide nella decarbonizzazione, nei costi dell’energia e nella necessità di riforme istituzionali per rafforzare la competitività, la sovranità economica e tecnologica dell’UE.
Di seguito si pone evidenza ad alcuni punti dell’intervento del Professore Draghi:
- Negli ultimi anni le sfide sono diventate più gravi: le fondamenta della crescita europea si sono ulteriormente indebolite. La dipendenza dagli Stati Uniti per la difesa e dalla Cina per materie prime e tecnologie strategiche limita la capacità europea di reagire in modo autonomo.
- Draghi ricorda le tre priorità fondamentali per l’Europa individuate nel Rapporto: colmare il divario tecnologico, soprattutto nell’intelligenza artificiale e nelle tecnologie avanzate; tracciare un percorso di decarbonizzazione che non freni la crescita ma la sostenga; e rafforzare la sicurezza economica, costruendo una politica industriale comune che eviti la frammentazione nazionale e favorisca la nascita di grandi campioni europei.
- Cittadini e imprese mostrano crescente frustrazione verso l’Europa, che appare troppo lenta e incapace di stare al passo con la rapidità dei cambiamenti globali. Le normative complesse e la mancanza di un mercato unico pienamente integrato per le nuove tecnologie frenano l’innovazione.
- Tre le aree in cui serve maggiore ambizione. In primo luogo rimuovere le barriere alla scalabilità delle nuove tecnologie, consentendo alle imprese innovative di operare senza ostacoli in tutti i 27 Stati membri. La seconda area è la regolamentazione, e qui il riferimento diretto è al GDPR e all’AI Act. La terza area è l’integrazione verticale dell’AI nell’industria, in uno scenario in cui solo il 10% delle imprese manifatturiere ha utilizzato l’AI nel 2024, a fronte di un significativo vantaggio europeo nelle soluzioni di automazione industriale.
- In Europa il prezzo del gas naturale resta quasi quattro volte superiore a quello statunitense e le tariffe industriali sono doppie rispetto agli USA. Se non si riduce questo divario, la transizione verso un’economia hi-tech rischia di arenarsi: l’energia è tanto fondamentale quanto la tecnologia per l’intelligenza artificiale e i data center, il cui fabbisogno energetico crescerà del 70% entro il 2030, mentre l’energia incide già fino al 40% sui costi operativi. Pertanto, digitalizzazione e politiche energetiche devono essere integrate per sfruttare appieno i benefici dell’IA. I piani per l’energia sostenibile e la revisione degli aiuti di Stato sono positivi, tuttavia non risolvono il problema strutturale dei prezzi elevati.
- La transizione deve essere flessibile. A questo proposito, gli obiettivi di decarbonizzazione per il settore automobilistico si basano su presupposti superati, e che la semplice revisione dei requisiti di rendicontazione sulla sostenibilità non basta: la futura revisione del regolamento CO2, che prevede lo stop alle vendite di nuove auto a benzina e diesel dal 2035, dovrebbe adottare un approccio neutrale dal punto di vista tecnologico e tenere conto delle reali evoluzioni di mercato e tecnologie. Il ritmo di installazione delle colonnine deve accelerare drasticamente. Serve un approccio integrato, che consideri tutta la filiera, le infrastrutture e il potenziale dei carburanti a zero emissioni.
Per uscire da questa impasse, servono decisioni comuni sugli aiuti di Stato, appalti pubblici europei capaci di creare mercati stabili per le tecnologie strategiche e politiche industriali più flessibili nei settori industriali chiave. Continuare come sempre significherebbe accettare il declino. Per difendere la propria competitività e il proprio ruolo nel mondo, l’Europa deve agire con urgenza, fissare obiettivi concreti e vincolanti, affrontando questi tempi straordinari con azioni altrettanto straordinarie.