Uno studio ANIE: gli effetti del Covid-19 sull’industria delle tecnologie e le strategie per la ripresa
Il 15-Giugno-2020Ad aprile 2020 l’83% delle imprese ANIE ha riaperto e solo il 15% dichiara di essere chiusa parzialmente. L’impatto dell’emergenza sanitaria è però rilevante: danni severi per Il 77% delle aziende e ricorso agli ammortizzatori sociali per il 65% del campione. Si registra in media un calo pari al 41,9 % del fatturato totale e del 42,2% per le ore lavorate. Riduzione dei costi fissi, maggiore ricorso allo smart working e accelerazione della trasformazione digitale i principali strumenti per uscire dalla crisi
Federazione ANIE, che rappresenta l’industria italiana delle tecnologie Elettrotecnica ed Elettronica, nell’ambito dell’indagine promossa dalla taskforce di Confindustria, ha curato l’elaborazione dei dati e realizzato l’analisi per i settori di competenza per monitorare le conseguenze dell’emergenza sanitaria con riferimento al mese di aprile 2020.
I principali risultati dell’indagine sul campione realizzato dal Centro Studi ANIE:
- L’impatto sull’attività. Guardando agli effetti sull’attività aziendale della diffusione del Covid-19, il 77% delle imprese ANIE segnala danni severi o significativi (nella precedente edizione dell’indagine riferita al mese di marzo tale quota era pari al 66% sul totale), mentre la quota di aziende che dichiara nessun danno o di entità trascurabile è pari al 2% (sfiorava il 5% nella precedente edizione). Ad aprile 2020, nel confronto annuo con aprile 2019, le imprese elettrotecniche ed elettroniche che hanno preso parte all’indagine segnalano in media un calo pari al 41,9% del fatturato totale (nel mese di marzo il calo rilevato era pari al 22,4%) e pari al 42,2% per le ore lavorate (-21,8% la corrispondente variazione nel mese di marzo)
- Ricorso agli ammortizzatori sociali. L’attuale crisi – che si riflette sia sul fronte della domanda sia su quello dell’offerta – impone forti restrizioni all’ordinaria attività aziendale e favorisce altresì il ricorso fra le imprese agli ammortizzatori sociali. Il 65% delle imprese che hanno preso parte all’indagine dichiara di fare ricorso o di avere intenzione di ricorrere agli ammortizzatori sociali (si rileva una riduzione della quota che nella precedente edizione dell’indagine riferita al mese di marzo era pari al al 73% sul totale).
- Il problema del credito. L’attuale emergenza, riflettendosi sulla liquidità aziendale, favorisce altresì il ricorso al credito. Pur in presenza di una situazione critica, per il momento fra le imprese elettrotecniche ed elettroniche la necessità di accedere al credito sembra ancora parziale. Il 55% delle imprese ANIE del campione dichiara di non avere attualmente bisogno di richiedere finanziamenti utilizzando le misure previste dal DL Liquidità. Tuttavia, risulta che il 23% delle imprese segnala di non averne ancora bisogno, ma di avere intenzione di richiedere finanziamenti a breve. Il 15% delle imprese ha invece già richiesto un finanziamento di importo massimo garantito fino a 5 milioni di euro per imprese fino a 499 dipendenti. In caso di richiesta di finanziamento, il 92% delle imprese del campione dichiara che il finanziamento richiesto non è stato ancora erogato, ma è in fase di definizione.
- Le modalità di lavoro. In questa fase di accelerazione dei cambiamenti per la gestione dell’attività aziendale dettati dall’emergenza sanitaria, si conferma prioritario il ricorso allo smart working. Le imprese ANIE dichiarano che il 47% degli addetti diretti operano in smart working (la corrispondente quota era pari al 42% sul totale nella precedente edizione dell’indagine che aveva come orizzonte temporale il mese di marzo).
- Le criticità rilevate. Il 65% delle imprese ANIE del campione dichiara di rilevare criticità nell’attività aziendale (la quota segnalata nella precedente edizione dell’indagine era pari al 72%). ) Il 38% per la mancanza di materiale sanitario per lo svolgimento in sicurezza delle attività (la corrispondente quota nella precedente edizione dell’indagine riferita al mese di marzo era pari al 45% sul totale), un’analoga quota per la mancata ricezione delle forniture per i processi produttivi (pari al 52% la quota nella precedente edizione) e il 35% delle imprese per la riduzione della liquidità necessaria a garantire l’ordinaria gestione aziendale (pari al 31% la quota nella precedente edizione).
- Le strategie per la ripresa. Le imprese stanno già guardando oltre alle criticità del breve termine dettate dalla diffusione del Covid-19, pianificando le strategie per uscire dall’attuale crisi. Fra le principali strategie indicate come prioritarie si segnalano quelle di ridurre i costi fissi, consolidare lo smart working, ampliare i target di mercato e implementare la trasformazione digitale.
“Non era difficile prevedere che i dati di aprile sarebbero stati fortemente negativi e siamo già da tempo collaborando con i nostri interlocutori istituzionali e soprattutto lavorando fianco a fianco con le nostre aziende per accelerare la ripartenza, ha dichiarato Giuliano Busetto, Presidente ANIE. “I risultati della ricerca hanno dato voce ai nostri associati e confermano come la chiave di volta per la ripresa sia l’innovazione. La transizione del manifatturiero verso l’utilizzo delle tecnologie abilitanti Industria 4.0 è una formidabile occasione per il rilancio del sistema produttivo e crediamo che serva subito una forte accelerazione e perché ciò avvenga è necessario un potenziamento immediato dei principali strumenti del Piano Transizione 4.0. Inoltre, gli effetti della diffusione del covid-19 hanno mostrato come la digitalizzazione nelle infrastrutture sia pubbliche sia private e il suo impatto sull’abilitazione allo smart working, sulla sicurezza e sulla sostenibilità sia l’elemento imprescindibile per una società moderna ed efficiente. Queste sono le tecnologie che ANIE può mettere a disposizione per lo sviluppo del paese.”
Nota metodologica: Il campione delle imprese socie di ANIE che hanno preso parte all’indagine è costituito da 127 imprese ed è espressione di un fatturato aggregato pari a 12 miliardi di euro. Di queste il 64% sono Piccole e Medie Imprese e il 36% Grandi Imprese. Il 37% delle imprese del campione è una multinazionale. Guardando alla distribuzione territoriale, in linea con la localizzazione del settore in Italia, la prevalenza delle imprese del campione è concentrata nel Nord Ovest (61%) e nel Nord Est (26%).