USA verso un requisito 1:1 sulla produzione di semiconduttori
Gli Stati Uniti starebbero prendendo in considerazione un nuovo requisito per ridurre la dipendenza dall’offerta estera di semiconduttori. Lo riporta il Wall Street Journal secondo cui l’amministrazione americana starebbe valutando l’introduzione di una regola “1:1” che obbligherebbe i produttori a garantire che il numero di chip realizzati sul suolo statunitense sia equivalente a quello importato dai loro clienti.
Secondo quanto riferito, il segretario al commercio degli Stati Uniti Howard Lutnick avrebbe discusso la proposta con i dirigenti del settore, inquadrandola come un passo verso la sicurezza economica e nazionale. La mossa sarebbe in linea con la spinta dell’amministrazione Trump a rilanciare la produzione nazionale.
Se attuata, la politica potrebbe rimodellare le strategie della catena di approvvigionamento, bilanciando le operazioni globali con i requisiti di capacità degli Stati Uniti. Rimangono questioni chiave sulla fattibilità, l’applicazione e il modo in cui la norma potrebbe influire sulla competitività nel settore dei semiconduttori. A beneficiarne sarebbero in primo luogo i produttori con una forte presenza industriale negli USA.
Un requisito 1:1 costringerebbe inoltre le grandi aziende asiatiche a potenziare significativamente la propria presenza produttiva negli Stati Uniti, al fine di mantenere le quote di mercato presso i clienti americani, in particolare nel comparto HPC e data center.
Per ora non ci sono conferme ufficiali da parte della Casa Bianca né dal Dipartimento del Commercio, ma le indiscrezioni sono sufficienti per suggerire che Washington stia valutando strumenti sempre più stringenti per assicurare che la prossima generazione di chip critici sia prodotta negli Stati Uniti.
Fonte: Elettronica&Mercati