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Decreto crescita: pubblicato in Gazzetta Ufficiale il testo definitivo

Il 02-Maggio-2019

Cosa cambia rispetto alle prime bozze

Lo scorso 23 aprile il Governo ha dato il secondo via libera al decreto legge recante “misure urgenti per la crescita economica ed interventi in settori industriali in crisi” (Decreto Crescita), pubblicato in Gazzetta Ufficiale n.100 del 30 aprile 2019 e ufficialmente in vigore dal 1 maggio 2019.

Per quanto riguarda le principali misure di interesse per l’industria, si segnala la conferma della reintroduzione del superammortamento (art. 1): la maggiorazione del 30% degli ammortamenti per gli acquisti di beni strumentali sarà in vigore dal 1° aprile 2019 al 31 dicembre 2019 con proroga delle consegne al 30 giugno 2020 in caso di ordine e conferma entro dicembre 2019.

C’è anche la rivisitazione della mini-Ires (art. 2), che, rispetto alla misura approvata nella scorsa legge di bilancio, si applica all’intero ammontare degli utili non distribuiti: nel 2019 l’aliquota ridotta sarà pari al 22,5%, nel 2020 al 21,5% e nel 2021 al 20,5%.

Per quanto riguarda la Nuova Sabatini (art. 20) il Decreto Crescita conferma quanto previsto nelle prime bozze: la semplificazione delle procedure, la possibilità per i finanziamenti fino a 100 mila euro di ricevere il beneficio in un’unica soluzione, e l’innalzamento del tetto di spesa da 2 a 4 milioni di euro per richiedente.

Confermate anche le nuove agevolazioni per la trasformazione digitale dei processi produttivi delle micro e PMI (art. 21, commi da 5 a 8), che prevedono un contributo pari al 50% delle somme investite nelle tecnologie abilitanti individuate nel piano Impresa 4.0.

Manca la proroga del credito d’imposta per le spese in Ricerca e Sviluppo. Già nell’ultima legge di bilancio la misura attualmente in vigore fino al 2020 è stata ridimensionata, lasciando il credito del 50% solo per un numero limitato di attività e portando tutte le altre al 25%, e dimezzando da 20 a 10 milioni di euro l’ammontare massimo degli investimenti incentivabili. Nelle prime bozze il Decreto Crescita prevedeva il rinnovo della misura per il triennio 2021-2023 abbassando l’aliquota al 25% per tutte le attività. Questa proroga, che comunque rappresentava un importante segnale di continuità, non è più presente nel provvedimento finale.

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