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Terzo pacchetto energia e Direttiva sull’efficienza energetica: aperte due Procedure d’infrazione contro l’Italia.

La Commissione Europea il 26 febbraio 2015 ha avviato due procedure d'infrazione contro l’Italia: la prima per il non corretto recepimento delle Direttive 72 e 73 del 2009 (c.d. Terzo pacchetto energia) e la seconda per l'incompleto recepimento della Direttiva 2012/27 sull'efficienza energetica.

L’UE ha notificato l’atto di messa in mora all’Italia il 2 marzo 2015 e ora il Governo italiano ha 60 giorni di tempo per motivare le ragioni in base alle quali l’attuazione delle Direttive sarebbe avvenuta conformemente al diritto comunitario.

Per quanto riguarda la Procedura d’infrazione aperta dalla Commissione nei confronti dell’Italia per il non corretto recepimento delle Direttive 72 (mercato interno dell’energia elettrica) e 73 (mercato interno del gas) del 2009, c.d. Terzo pacchetto energia (procedura n. 2014_2286), i rilievi sollevati dalla Commissione Ue sono, sostanzialmente, due.

Il primo attiene al fatto che la formulazione del Decreto Legislativo n. 93/2011, che recepisce le Direttive, sarebbe in diretto contrasto perchè non conforme nè alla lettera né la finalità della Direttiva 2009/72/CE, ovvero la creazione di un mercato europeo dell’energia elettrica aperto, integrato e competitivo tra gli Stati membri.

Pertanto, secondo la Commissione europea, l’Italia non avrebbe un mercato liberalizzato in quanto l’accesso alla rete sarebbe limitato.

Il secondo attiene ad un problema di “debranding” ovvero al fatto che alcuni operatori economici, accanto al servizio tradizionale di produzione energetica, offrono anche servizi energetici integrati come quello della distribuzione di energia e questo incide negativamente, secondo la Commissione, sulla trasparenza, sulla tutela del consumatore e sulla concorrenza nel mercato. Per la Commissione ci dovrebbe essere una separazione tra chi fornisce energia e chi offre altri servizi.

La Commissione europea ha, comunque, già fornito all’Italia delle indizioni su come modificare la normativa italiana per renderla conforme alla legislazione comunitaria.

Quanto, poi, all’incompleto recepimento della Direttiva 2012/27 sull’efficienza energetica (procedura n. 2014_2284), la contestazione sollevata dalla Commissione europea ruota attorno ad un problema meramente pratico dovuto al fatto che la procedura di recepimento non è stata completata, ovvero il Decreto legislativo n. 102/2014 e gli allegati al Decreto, pubblicati successivamente non hanno recepito integralmente la Direttiva in oggetto.

In questo caso, l’Italia dovrà integrare la procedura di recepimento della Direttiva per le parti non ancora implementate nella legislazione italiana.