Batterie: le stime di Transport Environment (TE) sull’enorme potenziale europeo
Nel 2027 i Paesi europei potrebbero coprire il 100% della domanda di batterie al litio per veicoli elettrici con fabbriche locali.
La produzione di batterie al litio per le auto elettriche potrebbe essere 100% made in Europe entro il 2027.
Lo stima Transport & Environment (TE), organizzazione indipendente specializzata in trasporti sostenibili, nel suo nuovo rapporto “A European Response to US IRA”. Il rapporto spiega come l’Europa potrebbe sviluppare una filiera industriale più forte e competitiva per i veicoli elettrici, in risposta al maxi piano degli Stati Uniti (Inflation Reduction Act), che supporterà le aziende americane con decine di miliardi di dollari nei vari settori delle energie rinnovabili. Secondo le stime di TE, il potenziale europeo è enorme.
Nel 2022 circa il 50% delle celle al litio impiegate nei veicoli elettrici e nei sistemi di accumulo era di produzione europea, perlopiù in Ungheria e Polonia e, in misura minore, in Germania e Svezia. Relativamente ai catodi delle batterie, la produzione potrebbe essere made in Ue al 67% nel 2027 e nel 2030 più della metà del litio raffinato potrebbe arrivare da impianti europei. Sempre nel 2030, la Ue potrebbe soddisfare un 8-12% della domanda di materie prime critiche con il riciclo, aspetto che potrebbe essere di grande aiuto per ridurre la dipendenza dalle importazioni di metalli, in particolare dalla Cina.
A dicembre 2022 Parlamento e Consiglio Ue hanno raggiunto un accordo preliminare sul nuovo regolamento europeo per le batterie, proposto dalla Commissione nel 2020. L’accordo potrebbe rivelarsi
una tappa importante nella creazione di una battery economy europea indipendente. Il provvedimento punta, infatti, a far produrre il più possibile in Europa le batterie, anche attraverso un aumento dei tassi di recupero e riciclo dei principali componenti.
Le stime di TE assumono che tutti i progetti industriali europei in questo settore saranno effettivamente realizzati, anche quelli che oggi sono ancora incerti. E’ quindi urgente che Bruxelles definisca una nuova politica industriale, accompagnata da incentivi e finanziamenti alle imprese.
Per arrivare a questi traguardi servono regole chiare a livello europeo. Le raccomandazioni di TE si allacciano alle proposte di Ursula Von der Leyen a Davos: semplificare e accelerare le autorizzazioni per costruire nuovi stabilimenti produttivi, adeguando le regole sugli aiuti di Stato, incrementare i finanziamenti diretti Ue alle imprese, anche attraverso un nuovo fondo sovrano da almeno 350 miliardi di euro.