enea pubblica il rapporto sul parco immobiliare italiano

ENEA pubblica il rapporto sul parco immobiliare italiano

Anno di costruzione, prestazioni energetiche, ripartizione geografica e climatica: il punto di partenza per gli interventi di edilizia necessari per l’applicazione delle nuove direttive europee.

ENEA ha pubblicato il rapporto “La consistenza del parco immobiliare nazionale” che fornisce una fotografia degli edifici residenziali e non residenziali in Italia, delle zone climatiche in cui si trovano, della loro superficie complessiva e delle loro prestazioni energetiche.

Conoscere questo dettaglio rispetto al parco immobiliare italiano è di primaria importanza al fine di applicare correttamente le  direttive europee  sull’efficienza energetica 2023/1791 (EED, Energy Efficiency Directive) e sulla prestazione energetica nell’edilizia 2024/1275 (EPBD, Energy Performance of Buildings Directive), nota come “Direttiva Case Green”.

Secondo quanto previsto dalla Direttiva EED, ciascuno Stato membro deve garantire che almeno il 3% della superficie coperta utile totale (superiore a 250 mq) degli edifici riscaldati e/o raffrescati di proprietà dei suoi enti pubblici sia ristrutturato ogni anno, per trasformarli in edifici a emissioni zero o quasi zero.

Secondo invece quanto previsto dalla Direttiva EPBD e in relazione agli edifici residenziali, gli Stati membri devono stabilire una roadmap per la progressiva ristrutturazione del parco edilizio, intesa come una diminuzione del consumo medio di energia primaria in kWh/mq anno dell’intero parco immobiliare tra il 2020 e il 2050.

I singoli Paesi devono quindi individuare il numero di edifici e unità immobiliari o superfici da ristrutturare ogni anno, in particolare gli edifici con le peggiori prestazioni.

Gli Stati membri garantiscono che, a partire dal 2020, il consumo medio di energia primaria in kWh/mq anno del parco immobiliare residenziale:

  • diminuisca di almeno il 16% entro il 2030
  • diminuisca di almeno il 20-22% entro il 2035

Sono previste deroghe solo per edifici protetti o vincolati, luoghi di culto e fabbricati temporanei.

Oltre metà dei 12,4 milioni di edifici è stato costruito prima del 1977. Il 74,1% degli immobili ricade nelle classi energetiche meno efficienti (E, F e G), mentre solo l’8,1% rientra in una classe superiore alla B (A1-A4), anche se gli immobili certificati nelle classi da A1 ad A4 sono in aumento (11%).