Analisi trimestrale ENEA del sistema energetico: in calo i consumi ma crescono le emissioni
Indice di transizione energetica ENEA – ISPRED ai minimi della serie storica.
Segnali di criticità per lo scenario energetico nazionale: nei primi nove mesi dell’anno, a fronte di consumi di energia sostanzialmente fermi, con un calo dell’1,5% sull’intero 2022, le emissioni di CO2 sono cresciute del 6%. A fronte del maggiore ricorso alle fonti fossili, quasi tornate ai livelli pre-pandemia (+8% petrolio e + 47% carbone) e di una riduzione del 3% dei consumi di gas, le rinnovabili hanno registrato un calo dell’11%, dovuto a una riduzione dell’idroelettrico che l’aumento di solare ed eolico non è riuscito a compensare.
L’Analisi ENEA del sistema energetico italiano per il II e III trimestre dell’anno evidenzia anche un forte peggioramento dell’indice della transizione energetica ISPRED (-60% nel III trimestre), da collegarsi al peggioramento della componente decarbonizzazione, scesa al valore minimo della serie storica.
Sul fronte della sicurezza energetica, l’analisi evidenzia il peggioramento dell’adeguatezza del sistema gas. In vista del prossimo inverno richiede particolare attenzione la capacità delle infrastrutture gas di coprire la punta di domanda. In caso di completo azzeramento dei flussi dalla Russia (scesi sotto al 20% dell’import totale nei primi nove mesi del 2022, ma già quasi a zero a ottobre), risulterebbe difficile coprire punte di domanda legate a picchi di freddo intenso.
Dal punto di vista dei costi, i prezzi del gas in Italia hanno registrato incrementi simili alla media europea, mentre i costi dell’elettricità sono quasi raddoppiati, soprattutto per le imprese.
Nel periodo gennaio-settembre 2022, i consumi sono diminuiti considerevolmente nell’industria, in particolare nel III trimestre (-15%), mentre è continuata la ripresa dei trasporti, anche se a tassi più contenuti (+12% nei nove mesi, +4% nel III trimestre).
L’aumento delle emissioni, invece, è riconducibile quasi interamente alla produzione di energia elettrica e calore, alle raffinerie e alle industrie energivore.
Un segnale importante è che i consumi di energia hanno iniziato a contrarsi in misura progressivamente maggiore rispetto alla dinamica di fattori determinanti come l’andamento del PIL, produzione industriale, mobilità e clima. La riduzione è stata determinata anche dagli alti prezzi dell’energia che hanno imposto alle imprese energivore uno stop delle attività.
I primi nove mesi del 2022 hanno confermato una risalita delle fonti fossili: i consumi di petrolio sono cresciuti dell’8%, avvicinandosi ai valori pre-pandemici. Ancora più marcato l’aumento dei consumi di carbone (+47%).
In forte calo i consumi di gas naturale (-3% nei nove mesi, -8% nel III trimestre) e di fonti rinnovabili, in calo costante dell’11% circa in tutti e tre i primi trimestri dell’anno. La performance delle rinnovabili è stata influenzata negativamente dalla significativa riduzione dell’idroelettrico (-25% rispetto al minimo degli ultimi 15 anni), non compensato dall’aumento del 9% di eolico e solare nei primi nove mesi dell’anno, ai massimi storici nel periodo con una quota del 16,3% sulla richiesta di energia elettrica e un picco del 21,7% ad aprile.
L’analisi trimestrale ENEA include anche un focus sulle materie prime critiche (Critical Raw Material – CRM), la cui disponibilità potrebbe risultare in un collo di bottiglia per la transizione energetica. I dati indicano una dipendenza dell’UE dall’estero per terre rare, platino e litio (100%), tantalio (99%) e cobalto (86%). Dipendenza ancora più forte per l’Italia, dove le CRM hanno un’incidenza sul PIL pari al 32% e sull’export all’86%.