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Cambio di rotta dell’Italia verso il Brevetto unitario europeo.

Il 13 maggio 2015 il Comitato interministeriale per gli Affari Europei (CIAE) ha avviato il processo di revisione della posizione che nel 2012 aveva visto l'Italia non aderire al 'Pacchetto Brevetti' europeo.

L’Italia, insieme alla Spagna, contestavano, infatti, il regime di trilinguismo (inglese, francese e tedesco) proposto dalla Commissione.

Il  Pacchetto brevetti si compone di due pilastri. Il primo è il brevetto unitario a livello europeo, che supera il modello tradizionale dell’Ufficio europeo dei brevetti (Epo). Il secondo è l’istituzione di un Tribunale unificato dei brevetti, un sistema giurisdizionale unitario in materia di brevetti.

L’Italia aveva sottoscritto l’accordo sulla giurisdizione ma non aveva accettato l’istituto giuridico del brevetto unitario, creando così una situazione di impasse.

Grazie al nuovo ‘Pacchetto Brevetti’ si intende ottenere una protezione semplificata delle invenzioni su tutto il territorio europeo grazie ad una procedura unica, la riduzione sostanziale dei costi da sostenere per ottenere un brevetto (soprattutto i costi connessi alla traduzione e al deposito, valutate tra 180 e 250 milioni di euro l’anno) e una maggiore sicurezza giuridica grazie ad un sistema unico e centralizzato per la composizione dei contenziosi presso un Tribunale unitario del brevetto.

Verrà comunque presentato al Parlamento uno screening approfondito della situazione, per verificare le implicazioni che questa scelta potrebbe avere per il sistema produttivo italiano.

Per maggiori approfondimenti è possibile consultare la pagina della Presidenza del Consiglio dei Ministri dedicata al tema.