Circular Economy: le indicazioni del Parlamento.
Il 9 luglio 2015, il Parlamento riunito in seduta plenaria a Strasburgo ha votato la Risoluzione "Efficienza delle risorse: transizione verso un'economia circolare" (relatore: Sirpa Pietikäinen, PPE, Finlandia) con 394 voti a favore, 197 contrari e 82 astensioni.
La risoluzione risponde ad una serie di Comunicazioni della Commissione sul Pacchetto “Economia circolare”, in particolare la Comunicazione “Verso un’economia circolare: programma per un’Europa a zero rifiuti”, presentate nel luglio 2014 e poi ritirate dalla Commissione Juncker all’inizio del 2015.
I deputati, nel testo approvato, hanno indicato alla Commissione una serie di azioni legislative, informative, economiche e di cooperazione, tra cui (i) la revisione della legislazione esistente in direzione di un’economia circolare, (ii) un ampliamento del campo di applicazione della direttiva Ecodesign, (iii) la revisione della direttiva sui rifiuti e (iv) un focus speciale sugli edifici sostenibili.
Nel dettaglio, il Parlamento ha chiesto alla Commissione di presentare una proposta ambiziosa sull’economia circolare entro la fine del 2015, come annunciato nel suo Programma di lavoro del 2015, invitando la Commissione a coinvolgere gli enti locali e regionali nell’intero sviluppo del Pacchetto relativo all’economia circolare.
Per quanto riguarda gli indicatori e gli obiettivi relativi al consumo delle risorse, il Parlamento ha esortato la Commissione a:
- considerare la possibilità di sviluppare e introdurre entro il 2015 un indicatore principale e una serie di sottoindicatori relativi all’efficienza delle risorse, vincolanti dal 2018;
- proporre, entro il 2015, un obiettivo per aumentare l’efficienza delle risorse a livello di Unione del 30% entro il 2030 e singoli obiettivi per ciascuno Stato membro.
Per quanto riguarda la politica dei prodotti e la progettazione ecocompatibile, gli eurodeputati hanno chiesto alla Commissione di:
- proporre un riesame della legislazione sulla progettazione ecocompatibile e della pertinente legislazione riguardante le politiche sui prodotti, entro la fine del 2016,: estendendo l’ambito di applicazione onde comprendere tutti i principali gruppi di prodotti e non solo quelli legati all’energia; includendo gradualmente tutte le caratteristiche relative all’efficienza delle risorse nei requisiti obbligatori per la progettazione dei prodotti; introducendo un passaporto obbligatorio per i prodotti sulla base di tali requisiti; definendo requisiti orizzontali, in materia di durabilità, riparabilità, riutilizzabilità e riciclabilità;
- valutare, in base a un’analisi dei costi-benefici, la possibilità di definire valori minimi di materiali riciclati all’interno di nuovi prodotti nell’ambito della futura revisione della direttiva sulla progettazione ecocompatibile;
- proporre l’estensione di garanzie minime ai beni durevoli di consumo, nel senso di prolungare il ciclo previsto di vita dei prodotti e precisare che a norma della direttiva 1999/44/CE i rivenditori di beni di consumo dovrebbero coprire i guasti nei primi due anni di garanzia legale e addebitare al consumatore soltanto i guasti provocati da uso improprio;
- sostituire le sostanze estremamente problematiche e limitare l’uso delle sostanze che comportano rischi inaccettabili per la salute umana o l’ambiente nel contesto del regolamento REACH. Su questo punto il Parlamento ha sollecitato la Commissione a cancellare immediatamente la moratoria unilaterale sull’elaborazione delle raccomandazioni da parte dell’ECHA per quanto riguarda l’inclusione di sostanze estremamente problematiche nell’allegato XIV del regolamento REACH e a procedere invece rapidamente all’inclusione di dette sostanze;
- sostituire le sostanze pericolose nel quadro della direttiva 2011/65/UE sulla restrizione dell’uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche, allo scopo di creare cicli di materiali non tossici.
Con riferimento alla tematica “zero rifiuti”, i parlamentari europei hanno sollecitato la Commissione a:
- presentare la proposta annunciata sulla revisione della legislazione relativa ai rifiuti entro il 2015, applicando debitamente la gerarchia dei rifiuti, includendo i seguenti punti: (i) obiettivi vincolanti di riduzione dei rifiuti per i rifiuti urbani, commerciali e industriali da conseguirsi entro il 2025; (ii) definizione di chiare norme minime riguardanti i requisiti di responsabilità estesa del produttore per garantire la trasparenza e l’efficacia in termini di costi dei regimi di responsabilità estesa del produttore; (iii) applicazione del principio di “paga quanto butti” per i rifiuti residui, (iv) aumento degli obiettivi di riciclaggio e di preparazione per il riutilizzo ad almeno il 70% dei rifiuti solidi urbani e all’80% dei rifiuti di imballaggio riciclati; (v) rigorosa limitazione degli inceneritori, con o senza recupero di energia, ai rifiuti non riciclabili e non biodegradabili, entro il 2020; (vi) riduzione vincolante e graduale di tutti i tipi di smaltimento in discarica, coerentemente con gli obblighi di riciclaggio, in tre fasi (2020, 2025 e 2030), fino a raggiungere un divieto completo per le discariche, fatta eccezione per determinati rifiuti pericolosi e rifiuti residui per i quali la discarica rappresenta il metodo di smaltimento più ecologico.
In merito alla tematica degli edifici sostenibili, la Plenaria ha chiesto all’esecutivo di:
- sviluppare ulteriormente il quadro strategico relativo all’efficienza delle risorse negli edifici, ivi compresi lo sviluppo di indicatori (incluse le infrastrutture ecologiche come i tetti verdi), norme, metodi e requisiti di qualità per la pianificazione territoriale e urbanistica, l’architettura, l’ingegneria strutturale, l’edilizia, la manutenzione, l’adattabilità, l’efficienza energetica, la ristrutturazione, il riutilizzo e riciclaggio;
- sviluppare un passaporto per gli edifici basato sull’intero ciclo di vita dell’edificio;
- elaborare una strategia a lungo termine per la ristrutturazione degli edifici esistenti e a valorizzare il ruolo delle strategie nazionali di ristrutturazione introdotte dalla direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica.
Infine, il Parlamento ha chiesto alla Commissione proporre procedure in materia di appalti pubblici in cui i prodotti e le soluzioni riutilizzati, riparati, rigenerati, ristrutturati e comunque sostenibili ed efficienti in termini di risorse.
In merito a tutte le misure indicate nella Relazione sulla Circular Economy, il Parlamento ha chiesto alla Commissione di proporre delle iniziative entro il 2018.
Per maggiori approfondimenti è possibile leggere il Comunicato stampa sul sito del Parlamento.