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Conflict minerals: la Commissione Commercio del PE esamina gli emendamenti al Progetto di parere.

Il 19 marzo 2015 la Commissione commercio internazionale (INTA) del Parlamento, competente per merito, ha esaminato sommariamente i 576 emendamenti presentati dai vari gruppi politici al Progetto di parere del Relatore I. Winkler sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un sistema di certificazione dell’esercizio del dovere di diligenza nella catena di approvvigionamento per gli importatori responsabili di stagno, tungsteno, tantalio, dei loro minerali e di oro, originari di zone di conflitto e ad alto rischio (c.d. Conflict minerals).

In apertura della seduta, il Relatore ha fatto presente che, delle due Commissioni competenti per parere che hanno deciso di dare un’opinione, solo la Commissione per lo sviluppo (DEVE) ha presentato il proprio Parere con 50 emendamenti mentre la Commissione sviluppo (AFET) non ha ancora presentato propri emendamenti.

L’orientamento emerso dagli emendamenti presentati dalla Commissione DEVE – tenuta in particolare considerazione per questo Dossier – è per un sistema obbligatorio di autocertificazione, esteso a tutta la catena di approvvigionamento, per tutte le risorse naturali e non solo dei metalli indicati nella Proposta della DG TRADE.

Passando al merito del proprio Parere ha poi sottolineato come il Regolamento proposto dalla Commissione europea per il Commercio (DG TRADE) deve essere un regolamento (i) proporzionale e prudente per  tutelare le PMI in ragione del fatto che costituiscono la colonna vertebrale dell’economia dell’UE, (ii) deve contenere delle clausole di riesame per eventuali modifiche in ragione delle evoluzioni del commercio come il Reg. OCSE in materia e (iii) deve evitare distorsioni commerciali che potrebbe portare nel lungo termine all’embargo.

Proprio in ragione della delicatezza dell’aspetto commerciale del tema dell’estrazione responsabile, Winkler ha reso noto che è stata inviata nei giorni scorsi una Lettera alle Commissioni parlamentari da parte dell’Alto Rappresentante dell’Unione per la politica estera e dai Commissari per il commercio e per la cooperazione e lo sviluppo relativamente alle misure di accompagnamento che la Commissione europea sta valutando di adottare per una maggiore efficacia del Regolamento.

In particolare, sarebbe previsto lo stanziamento di circa 20 milioni di fondi dell’UE per dare l’adeguata assistenza ai Governi e alle organizzazioni regionali nella trasposizione interna del Regolamento.

La riunione è poi proseguita con l’intervento dei relatori ombra del Dossier che hanno rappresentato ciascuno la posizione del proprio gruppo politico a sostegno degli emendamenti presentati.

Secondo la relatrice M. Arena, il partito socialista (S&D) è per un sistema obbligatorio per tutta la filiera di produzione, mettendo in luce come altrimenti il sistema di autocertificazione non sarebbe efficace.

Il gruppo Conservatori e riformisti europei (ECR), tramite la relatrice E. McClarkin, è favorevole all’impostazione della Commissione TRADE, e quindi per un (i) sistema volontario di autodichiarazione che ovvierebbe ad un eventuale problema di mancata omologazione in caso di autocertificazione (per i diversi sistemi di certificazione esistenti) e sarebbe più favorevole alle PMI e alle microimprese e (ii) per non avere una Lista definita delle aree di conflitto.

Si è detto, inoltre, favorevole a validare i processi di due diligence già esistenti attuati dalle imprese al fine di evitare inutili doppioni nel sistema con relativi costi aggiuntivi per le imprese.

L’ECR ha proposto anche la redazione di un Manuale per le imprese per illustrare il campo di applicazione del Regolamento.

Il gruppo della sinistra verde nordica con H. Scholz ha insistito per (i) l’obbligatorietà del sistema di autocertificazione, come previsto nel Reg. OCSE, per (ii) l’estensione a tutte le materie prime e non solo ai metalli indicati nella Proposta di Regolamento e per (iii) una chiara indicazione delle zone di conflitto.

Della stessa posizione della sinistra verde nordica è stato anche il gruppo dei Verdi.

 Il gruppo dell’Alleanza dei democratici e dei Liberali per l’Europa, con la relatrice M. De Sarnez, ha dichiarato essere per (i) l’obbligatorietà del sistema di certificazione ma con una semplificazione per le PMI e (ii) l’estensione del dovere di diligenza a tutta la catena di approvvigionamento.

E’, poi, intervenuta la Commissione europea per esprimere il suo punto di vista, orientato verso un sistema volontario perché  in tal modo (i) si evita un effetto distorsivo del commercio e (ii) si evita un danno potenziale per l’industria a valle che si deve approvvigionare dei metalli oggetto di discussione. La Commissione ha esortato, quindi, il Parlamento a legiferare sulla base di un principio di cautela e tenendo in considerazione il fatto che tra 3 anni c’è la possibilità di revisione del Regolamento in oggetto.

Inoltre, la Commissione ha fatto notare che il sistema volontario di autocertificazione è accompagnato da un Pacchetto di incentivi tra cui quello (i) per gli appalti pubblici e (ii) per la certificazione Ecolabel, e che comunque verrebbe compilata una lista globale degli operatori aderenti al sistema volontario, e questo sarebbe un passo ulteriore rispetto a quanto previsto nel Reg. OCSE.

Inoltre, ha comunicato che è in corso la stesura di un Manuale per gli operatori come richiesto da dal gruppo parlamentare ECR.

Il voto in Plenaria sul Dossier è previsto per fine maggio 2015.