ambiente energia

Crescita record delle colonnine di ricarica

Nel 2022 installati 10.748 punti di ricarica a uso pubblico, di cui il 27% ad alta potenza. Nell’86% del territorio nazionale è presente almeno un punto di ricarica in un raggio di 10 km.

Motus-E ha presentato la quarta edizione del rapporto “Le infrastrutture di ricarica a uso pubblico in Italia”, che nel 2022 ha registrato 10.748 nuovi punti di ricarica, di cui 3.996 messi a terra nell’ultimo trimestre, a testimonianza di una tendenza in forte ascesa, per un totale di 36.772 punti di ricarica al 31 dicembre 2022.

Secondo quanto indicato nel report, nel 2022 i punti di ricarica installati in Italia sono aumentati del 41%, dopo il +36% del 2021. Accelerazione che, rispetto al settembre 2019, ha visto il numero dei punti di ricarica aumentare del 245%. Cresce anche il peso delle infrastrutture ad alta potenza. E’ raddoppiata la quota dei punti in corrente continua DC (6% circa nel 2021 e 12% circa nel 2022). Triplicata quella dei punti ultraveloci con potenza oltre i 150 kW (1% nel 2021 e 3,1% nel 2022). A questo scenario contribuiscono i tassi di crescita dei punti di ricarica a potenze elevate: nell’ultimo trimestre i punti di ricarica fast in DC sono cresciuti del 34,3% e quelli ultraveloci del 60% rispetto ai tre mesi precedenti.

Segno positivo anche per i punti di ricarica in autostrada, che al 31 dicembre 2022 raggiungono quota 496 (di cui l’85% in DC con potenza oltre i 43 kW) rispetto ai 118 del 2021. Incremento tuttavia limitato dalla mancata pubblicazione dei bandi per consentire agli operatori l’installazione massiva delle colonnine sulla grande viabilità.

Il 58% circa delle colonnine è situato nel Nord Italia, il 22% al Centro e il 20% nel Sud e nelle Isole. Con 5.971 punti di ricarica, la Lombardia si conferma la Regione più virtuosa, replicando il primato del 2020 e del 2021, conta infatti 16% dei punti di ricarica italiani. Seguono Piemonte e Veneto (con l’11% del totale ciascuna), Lazio ed Emilia-Romagna (10% a testa) e Toscana (8%). Queste Regioni coprono complessivamente il 66% del totale dei punti di ricarica a uso pubblico in Italia.

Nelle 14 città metropolitane, in cui vive orientativamente il 36% della popolazione, si trova circa il 33% dei punti totali. Roma è al primo posto per numero di punti di ricarica (2.751), seguita da Milano (1.927), Torino (1.641), Venezia (1.372) e Firenze (882). In termini assoluti, gli ultimi posti tra le città metropolitane spettano a Messina (298 punti di ricarica), Cagliari (250) e Reggio Calabria (123).

Grazie alla collaborazione con RSE, il report include un’analisi spaziale dei punti di ricarica geolocalizzati, da cui emerge che nell’86% del territorio nazionale è presente almeno un punto di ricarica in un raggio di 10 km.

Occorrono però maggiori sforzi per la diffusione delle infrastrutture, specie nel Mezzogiorno, che soffre di processi autorizzativi ancora troppo lunghi e articolati. Il 19% delle infrastrutture installate nel sud Italia risulta infatti inutilizzabile dagli utenti finali perché non è stato possibile realizzare il collegamento alla rete da parte dei distributori di energia o per ragioni di natura autorizzativa.

Lo studio opera infine un confronto fra Italia e grandi Paesi europei, rilevando quanto l’infrastrutturazione della Penisola sia più avanzata di quanto si creda.

Ogni 100 veicoli elettrici circolanti, in Italia si contano 21,5 punti di ricarica a uso pubblico, a fronte degli 11,5 della Francia, degli 8,2 della Germania e degli 8,9 del Regno Unito. Paesi in cui nell’ultimo anno le immatricolazioni di auto elettriche sono cresciute rispettivamente del 25,3%, del 32,3% e del 40,1%, a fronte dell’isolato passo indietro italiano (-27,1%). Il report dimostra che, nonostante la frenata del mercato auto BEV, gli operatori della ricarica lavorano a pieno regime per far centrare all’Italia gli obiettivi di decarbonizzazione dei trasporti.

Una forte criticità riguarda il ritardo nell’infrastrutturazione delle autostrade, un collo di bottiglia per lo sviluppo della mobilità elettrica.