Digitalizzazione: cala la percentuale di bandi con richiesta di BIM
8° Report OICE: i bandi BIM sono diminuiti del 44,6% nel 2024.
Presentati i dati dell’ottavo Rapporto sulla digitalizzazione e sulle gare BIM emesse nel 2024, diffusi da OICE, Associazione delle società di ingegneria e di architettura.
In termini assoluti, sulla scia del calo dei bandi del 2024, i bandi BIM sono diminuiti del 44,6% passando dai 637 del 2023 ai 353 del 2024. Il rallentamento è da attribuire alla difficoltosa attivazione del nuovo codice appalti.
La maggior parte delle gare BIM ha riguardato l’affidamento di Attività di Progettazione (55,5%), la Direzione lavori (21,0%) e la Verifica della progettazione (17,0%). Le attività per rilievo, topografia, servizi di supporto al R.U.P. per redazioni elaborati grafici e collaudi sono ricomprese nella definizione di “altri servizi tecnici” e rappresentano il 6,5% del numero dei bandi.
Dal report emerge che il processo di digitalizzazione è stato finora più una risposta ad obblighi normativi per le stazioni appaltanti, e a requisiti di committenza e mercato per progettisti e imprese, che non una revisione e ridefinizione dei processi produttivi e di coordinamento di cantiere.
Per quanto riguarda l’adozione dei capitolati informativi BIM, il Report ha messo in luce un ulteriore calo: si passa dal 29,4% del 2023 al 25,2% del 2024.
Le Stazioni Appaltanti più attive sono state ANAS, RFI, Agenzia del Demanio, Invitalia e Autorità portuale che hanno pubblicato bandi per un valore pari al 13,5% del totale, in calo rispetto al 2023 (34,3%).
Dal Report emerge il divario tra le realtà che hanno investito nella digitalizzazione, comprendendone gli obiettivi ed i vantaggi, e quelle che ancora si avvicinano al tema in modo superficiale, disorganizzato e con scarsa consapevolezza che la digitalizzazione non si esaurisce nel modello 3D, ma riguarda l’intero ciclo di vita del progetto.
Ancora molto da fare soprattutto nel campo della P.A. che si sta comunque avviando verso un profondo e necessario cambiamento nell’ottica dell’obbligo previsto dal decreto correttivo del codice appalti che impone il BIM per progetti oltre 2 milioni di euro di lavori.