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La Commissione europea adotta le raccomandazioni Paese 2015-2016.

Il 13 maggio 2015 la Commissione europea ha adottato le raccomandazioni di politica economica specifiche del Consiglio per ciascun paese per il 2015 e il 2016, in cui chiede l'adozione di misure nazionali volte a creare occupazione e a stimolare la crescita.

Le raccomandazioni rispecchiano l’agenda economica e sociale della Commissione, incentrata su tre pilastri:

  • il rilancio degli investimenti per sostenere la futura crescita. Questo presuppone l’eliminazione degli ostacoli ai finanziamenti, il varo di progetti di investimento e la rapida attuazione del piano di investimenti per l’Europa da 315 miliardi di euro,
  • la realizzazione di riforme strutturali ambiziose sui mercati dei prodotti, dei servizi e del lavoro che aumentino la produttività, la competitività e gli investimenti e
  • il perseguimento della responsabilità di bilancio per conciliare la stabilizzazione a breve termine con la sostenibilità a lungo termine.

Per quanto riguarda l’Italia, il Paese presenta squilibri macroeconomici eccessivi che richiedono un’azione politica decisa e un monitoraggio specifico.

 I punti sui quali l’Italia dovrebbe migliorare attraverso l’attuazione delle raccomandazioni in oggetto riguardano tra l’altro (i) la revisione dell’imposizione ambientale e l’eliminazione delle sovvenzioni dannose per l’ambiente (è stato istituito un Comitato ad hoc per la fiscalità ambientale); la riforma della pubblica amministrazione per incrementare la trasparenza e combattere la corruzione; (iii) la ristrutturazione e il consolidamento del settore bancario e (iv) il corretto funzionamento dei mercati dei prodotti e dei servizi.

 Su quest’ultimo punto, è stato rilevato come il settore degli appalti pubblici resta caratterizzato da debolezze significative, nonostante un ricorso più ampio a procedure d’appalto centralizzate. La gara aperta è utilizzata per una piccola parte di contratti mentre la stragrande maggioranza è assegnata “in-house”.

 Dal punto di vista delle finanze pubbliche, l’Italia è attualmente sottoposta al braccio preventivo del patto di stabilità e crescita ed è soggetta alla regola del debito transitoria nel periodo 2013-2015.

Nel 2015 l’Italia dovrebbe migliorare il saldo strutturale dello 0,25% del PIL e nel 2016 almeno dello 0,1% del PIL per essere in linea con gli obblighi previsti nell’ambito del braccio preventivo del patto di stabilità e crescita.

Per quanto riguarda i passaggi successivi, le raccomandazioni specifiche per paese saranno discusse dai ministri dell’UE a giugno, prima di essere approvate dai capi di Stato e di governo il 25 e 26 giugno e adottate formalmente a luglio. Spetterà poi agli Stati membri attuarle includendole nelle politiche e nei piani di bilancio nazionali per il 2015-2016.

Per maggiori approfondimenti è possibile consultare le Raccomandazioni adottate dalla Commissione europea.