Regolamenti edilizi: sostenibili e innovativi in 1251 Comuni
Da Legambiente e Consiglio Nazionale Architetti i dati sull’innovazione dell’edilizia italiana
Sono 1251, circa il 15,6% del totale, i comuni italiani che hanno introdotto nei propri regolamenti edilizi parametri di sostenibilità. In testa sono soprattutto le Regioni del centro-nord con Lombardia (503 comuni), Toscana (148), Emilia Romagna (139), Piemonte (104) e Veneto (102). Ma anche nel Sud Italia crescono le amministrazioni sensibili alla sostenibilità nelle costruzioni.
Questi i risultati emersi dal primo rapporto “L’innovazione nell’edilizia italiana”, curato dall’Osservatorio E-LAB di Legambiente e del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC), presentato al SAIE di Bologna.
Per l’analisi dei Regolamenti edilizi, il Rapporto ha considerato diversi parametri: efficienza energetica, fonti rinnovabili, risparmio idrico, innovazione ambientale e tecnologia, certificazione energetica e semplificazione. I dati dimostrano quindi come l’edilizia italiana stia fortemente puntando su innovazione, sostenibilità e rigenerazione urbana, nonostante diversi i problemi da affrontare tra cui la mancanza in molte regioni di controlli e sanzioni sulle certificazioni energetiche.
Lo studio ricostruisce inoltre il quadro dei provvedimenti europei, nazionali e regionali in materia di innovazione energetica e ambientale sottolineando l’importante ruolo svolto dall’Unione Europea. In particolare emerge chiaramente il merito delle Direttive europee per gli standard minimi di prestazione energetica, attualmente in vigore per le nuove costruzioni, nonché per la disponibilità di un quadro di obiettivi e strumenti di intervento per la riqualificazione degli edifici esistenti.
Tra le disposizioni europee da citare vi è in primis la Direttiva Europea 2010/31/UE, dove si definisce la transizione verso uno scenario di progressiva riduzione dei consumi energetici legati al settore delle costruzioni, nonché la Direttiva 2012/27/UE che fissa regole e obiettivi per l’efficienza energetica negli edifici esistenti al 2020. Senza dimenticare che dal 1 gennaio 2021 sarà possibile costruire solo NZEB “Nearly Zero Energy Building”, ossia capaci di garantire prestazioni dell’involucro tali da permettere di fare a meno di apporti per il riscaldamento e il raffrescamento, oppure di riuscire a soddisfarli attraverso fonti rinnovabili.
Per quanto riguarda il quadro della normativa in vigore in Italia, lo studio ricorda il Decreto Rinnovabili, entrato in vigore nel giugno 2012, che stabilisce che in tutto il territorio nazionale i nuovi edifici, e quelli in ristrutturazione, facciano ricorso obbligatoriamente all’energia rinnovabile almeno per il 50% dei consumi previsti per l’acqua calda sanitaria.