normativa e legislazione tecnica

Regolamento Edilizio Unico: via libera dalla Conferenza Unificata

Un anno di tempo a Regioni e Comuni per uniformare le regole

La Conferenza Unificata ha dato il via libera allo schema di decreto contenente le 42 definizioni standardizzate e l’indice cui i Comuni dovranno attenersi per la redazione dei regolamenti. L’indice e le definizioni standardizzate costituiranno l’ossatura dei regolamenti edilizi, ma non potranno modificare le previsioni dimensionali degli strumenti urbanistici vigenti. Nel recepimento del regolamento edilizio tipo, le Regioni e i Comuni potranno quindi effettuare degli adattamenti in base alle loro specificità territoriali.

L’accordo sancito in Conferenza Unificata concede alle Regioni 180 giorni per recepire lo schema del Regolamento edilizio tipo e le definizioni standardizzate; successivamente toccherà ai Comuni che avranno altri 180 giorni per adeguarsi. Il termine indicato rappresenta comunque un termine massimo, poiché le Regioni possono prevedere un lasso di tempo inferiore.

In fase di recepimento, le Regioni potranno specificare e semplificare l’indice del Regolamento edilizio tipo, individuando inoltre le eventuali definizioni standardizzate in grado di incidere sulle previsioni dimensionali contenute negli strumenti urbanistici e, in via transitoria, potranno adottare indicazioni tecniche per la loro corretta interpretazione. Un capitolo a parte è previsto per le Regioni a Statuto Speciale, in cui l’adeguamento sarà un’opzione praticabile solo se non si creeranno conflitti con le norme interne già esistenti. La versione precedente del testo stabiliva invece l’obbligo di allineamento al nuovo Regolamento edilizio unico.

Secondo lo schema approvato, in ogni Comune il Regolamento edilizio si dividerà in due parti: un capitolo dedicato ai princìpi generali e uno alle disposizioni regolamentari comunali. Tra i princìpi generali vi saranno la definizione dei parametri urbanistici ed edilizi, la definizione degli interventi edilizi e delle destinazioni d’uso, le procedure da seguire per ottenere e depositare i titoli abilitativi, la modulistica unificata completa di elaborati da allegare, i requisiti generali delle opere edilizie, cioè limiti di altezza, densità e distanze tra edifici, le regole per gli immobili vincolati. Le disposizioni regolamentari comunali conterranno invece le procedure interne, le norme su qualità, sostenibilità e requisiti tecnici complementari. Nel decreto è comunque previsto il perseguimento degli obiettivi di semplificazione, igiene pubblica, estetica, incremento della sostenibilità ambientale, superamento delle barriere architettoniche e riqualificazione urbana.

In merito al decreto il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio, ha commentato: “E’ un passo molto importante l’adozione dello stesso lessico comune per l’edilizia nella pubblica amministrazione a livello nazionale, dove fino ad oggi si sono parlate lingue diverse tra un ente e l’altro anche a pochi chilometri di distanza. Oltre all’esigenza di parlare la stessa lingua c’era anche la necessità di superare l’eccessiva interpretazione della disciplina edilizia, anche qui con il paradosso che le stesse leggi statali o regionali hanno trovato applicazioni diverse in territori contigui”.