normativa e legislazione tecnica

Case popolari: 350 milioni di euro per riqualificazione energetica e antisismica

Consumo di suolo zero e rigenerazione dei quartieri degradati: il Cipe riprogramma le risorse per l’edilizia residenziale

Il Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) , tramite la delibera 127/2017, ha riprogrammato le risorse stanziate ai sensi della Legge 457/1978 per l’edilizia residenziale e non utilizzate. Un avanzo da 350 milioni di euro sarà quindi destinato alla riqualificazione energetica e alla messa in sicurezza antisismica degli edifici di edilizia residenziale pubblica, nonché alla rigenerazione dei quartieri degradati. Sul totale delle risorse disponibili, 250 milioni di euro finanzieranno un programma integrato di edilizia sociale, mentre i restanti 100 milioni saranno destinati alle aree colpite da eventi sismici.

Gli interventi dovranno garantire l’efficientamento energetico degli edifici, l’innalzamento dei livelli di qualità dell’abitare attraverso il superamento delle barriere architettoniche e il miglioramento della sicurezza nell’utilizzo degli spazi. Saranno preferiti gli spazi flessibili e l’innovazione tecnologica secondo i principi dell’autosostenibilità. Imprescindibile infine l’adeguamento o miglioramento sismico degli edifici.

Gli interventi dovranno essere coerenti con le policy dell’Unione Europea in tema di ambiente e sicurezza nell’edilizia pubblica, inoltre dovrà essere perseguito l’obiettivo “consumo suolo zero”, privilegiando il recupero edilizio ed urbano rispetto alla nuova edificazione. Le funzioni residenziali dovranno integrarsi con quelle extra-residenziali e nei quartieri degradati sarà incrementata la dotazione infrastrutturale.

Per consentire il consumo di suolo zero, i programmi dovranno prevedere il recupero e la ristrutturazione degli immobili esistenti o la loro demolizione e ricostruzione e, solo in via residuale, la realizzazione di nuove costruzioni.  Oltre agli alloggi, i progetti dovranno prevedere una serie di servizi complementari. Gli alloggi che usufruiranno di un contributo pubblico a copertura totale del costo di realizzazione dovranno essere destinati alla locazione permanente con canone sociale. Quelli realizzati con un contributo pubblico parziale saranno destinati alla locazione permanente o con patto di futura al termine del periodo di locazione a canone agevolato.

Tutti gli interventi dovranno risultare conformi alla Direttiva 2010/31/UE sull’efficienza energetica degli edifici, pertanto bisognerà garantire una prestazione energetica dell’immobile, con riferimento alle linee guida del decreto interministeriale 26 giugno 2015, pari almeno alla classe  di  efficienza A1 per gli interventi di recupero e riuso e pari alla più alta classe di efficienza A4 per gli interventi di sostituzione edilizia, demolizione e ricostruzione, nonché di nuova costruzione. In ciascuna regione potranno essere finanziate non più di due proposte di intervento.

Affinché la misura diventi effettivamente operativa, il Ministero delle Infrastrutture deve emanare un decreto per la ripartizione delle risorse entro 30 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta, ovvero il 14 maggio p.v., sulla base di indicatori individuati dalle Regioni. I finanziamenti saranno poi approvati con un decreto concertato del Ministero dell’Economia e del Ministero delle Infrastrutture, sulla base di proposte preventivamente selezionate e scelte dalle Regioni. Analoga procedura per gli interventi nelle aree colpite dal sisma, in cui le Regioni dovranno comunicare il fabbisogno al Ministero, il quale a sua volta nei successivi 60 giorni emanerà un decreto per la ripartizione delle risorse e l’individuazione dei criteri secondo cui finanziare i progetti.