legislazione ambientale

Sostanze

Sezione dedicata all’approfondimento delle principali disposizioni comunitarie sulla gestione delle sostanze di interesse per il settore elettrotecnico ed elettronico

 

altre legislazioni

Allo scopo di poter supportare le imprese associate nei rapporti con clienti al di fuori dello spazio economico europeo l’Area Ambiente di ANIE monitora l’evoluzione di alcune delle principali discipline extraeuropee in materia di sostanze tra cui:

  • California Proposition 65

Ufficialmente denominata “Safe Drinking Water and Toxic Enforcement Act” la disciplina è comunemente conosciuta come “Proposition 65” o “Prop 65”. Introdotta nel 1986 ed applicabile nel solo territorio dello Stato della California prevede che i prodotti commercializzati debbano essere muniti di un avviso ai consumatori che li informa circa la presenza di determinate sostanze nocive per la salute riportate in una lista costantemente aggiornata.

  • China RoHS

Disciplina cinese gestita dal Ministry of Industry and Information Technology – MIIT, pubblicata il 1 gennaio 2016 ed entrata in vigore il 1 luglio 2016, definita ufficialmente  comeManagement Methods for the Restriction of the Use of Hazardous Substances in Electrical and Electronic Products” ma comunemente denominata China RoHS. La norma si applica agli Electrical and electronic products (EEP), tuttavia, contrariamente alla Direttiva RoHS, la normativa cinese non vieta la presenza delle sostanze regolamentate, bensì richiede l’apposizione di specifiche marcature qualora queste siano presenti al di sopra o al di sotto di determinate concentrazioni nei materiali omogenei.

  • U.S. Conflict Minerals

Nell’ambito del Dodd-Frank Wall Street Reform Act del luglio 2010, gli Stati Uniti hanno varato una normativa che intende regolamentare l’utilizzo di minerali provenienti da Paesi interessati da conflitti o da estese violazioni dei diritti umani, quali la Repubblica Democratica del Congo e i Paesi limitrofi. In questo modo il Governo americano intende scoraggiare le aziende, e tutta la catena dei fornitori, dal continuare ad utilizzare nei propri processi produttivi i minerali provenienti da quell’area, il cui sfruttamento alimenta, in un preoccupante circolo vizioso, i conflitti regionali. La norma non vieta il ricorso ai minerali non conflict-free, ossia provenienti da zone di conflitto, ma impone l’obbligo alle aziende americane, che operano sul territorio americano o che esportano negli USA, di informare il consumatore sulla provenienza dei minerali e di metterlo così nelle condizioni di poter scegliere i prodotti di quali aziende acquistare. Per far ciò le imprese hanno l’obbligo di tracciare la provenienza di alcuni metalli (Stagno, Tungsteno, Tantalio e Oro, ma la normativa statunitense non esclude un periodico aggiornamento della lista) utilizzati nei loro prodotti.